Berlusconi atomico

A tutti gli effetti, infatti il Referendum, è ancora convocato

La mobilitazione referendaria va avanti. Infatti, a tutti gli effetti, il Referendum, è ancora convocato. Anche se il Senato la scorsa settimana ha abrogato tutti i punti previsti dal quesito referendario antinucleare, devono ancora esprimersi la Camera dei deputati e poi la corte di Cassazione.

L’emendamento

L’emendamento approvato alla Senato, in sintesi dice che “in attesa di acquisire ulteriori evidenze scientifiche” sulla sicurezza nucleare, tenendo anche conto delle decisioni assunte dall’Unione Europea, “non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio” di impianti nucleari. C’è poi una conclusione in cui si lascia aperta la porta al rientro nel nucleare, in previsione dell’adozione di una “strategia energetica nazionale” da attuare entro dodici mesi. Il nucleare comunque è rinviato sine die, ma il Referendum rischia di saltare.

Una prima vittoria del movimento antinucleare

Da questa situazione dobbiamo trarre anche una prima conclusione politica: il Governo ha avuto paura della forza del movimento antinucleare. Una forza storica, che si è rivitalizzata negli ultimi mesi, da quando si è ricominciato a parlare del nucleare con più insistenza. Il disastro di Fukushima ha accentuato il processo. Ma dobbiamo anche sapere che rispetto all’esito positivo del referendum, la differenza messa in campo dalla procedura abrogativa da parte del Governo consiste nel fatto che in linea teorica nei prossimi anni si potrebbe tornare a legiferare sul nucleare.

Berlusconi senza pudori

E’ martedì scorso Berlusconi ha appunto chiarito che si tratta di un modo per tranquillizzare gli italiani, far saltare il referendum e riprovarci più avanti. Non ha pudori, Berlusconi, nel dichiarare il suo disprezzo per la democrazia ed il popolo italiano.

La mobilitazione referendaria va avanti

Ma, torniamo a ripeterlo, non possiamo dare per acquisita la cancellazione del referendum. Infatti l’emendamento deve essere ancora approvato alla Camera e inoltre la Corte di Cassazione sarà chiamata a decidere se le abrogazioni approvate dal Parlamento sono sufficienti a cancellare il referendum, cosa non scontata. Quindi la mobilitazione antinucleare e referendaria va avanti come e più di prima per far vincere i Sì il 12 e 13 giugno.

Mobilitati con noi: www.legambientepadova.it, mail: circolo@legambientepadova.it

Lucio Passi – Portavoce Legambiente Padova