Era tutto pieno il cortile di Palzzo Moroni
Un lunghissimo serpentone di biciclette ha percoso le strade della città, è la Padova che sceglie di muoversi senza inquinare, senza produrre PM10, la Padova che guarda al futuro dell’Europa e dà il suo contributo al rispetto del Protocollo di Kyoto.
E’ la Padova che chiede finalmente un vero piano di piste ciclabili. Quello che ha prodotto l’assessorato alla Mobilità è un buon punto di partenza ma va migliorato. Soprattutto rispetto alla scelta su quali vie vanno realizzate da subito i percorsi separati e protetti: le grandi radiali di accesso in città.
Alla consegna delle firme l’assessore Rossi ha dato due buone notizie: via Acquapendente e via Facciolati, non previste nel piano sono adesso coinvolte e anche lì ci saranno soluzioni per mettere in sicurezza i ciclisti.
Inoltre, in accordo con il Sindaco, dall’avanzo di bilancio verranno iscritti nel capitolo per la realizzazione di nuove piste ciclabili altri 2 milioni di euro.
Visto il grande afflusso anche di comitati o gruppi di zona la richiesta finale all’amministrzione da parte dei partecipanti è che tutte le soluzioni per i nodi più problematici siano discusse e condivise nei quartieri, con le associazioni e i comitati. E’ il modello della democrazioa partecipativa che sta a cuore a quella parte di città che vuole essere risorsa per risolvere i problemi.