Oltre il carbone una risposta alla crisi – energia, lavoro, ambiente e salute. E’ questo il titolo del convegno che si svolgerà sabato 8 ottobre a Rovigo al Centro Diocesano don Bosco (scarica qui il programma).
La scelta di incrementare l’uso del carbone per la produzione di energia elettrica è una scelta nociva e sbagliata, soprattutto oggi che i cambiamenti climatici costituiscono una minaccia per il futuro del Pianeta e le fonti rinnovabili, insieme all’efficienza energetica, rappresentano l’alternativa efficace e praticabile.
Invece da molti anni, infatti, ENEL vuoletrasformare la centrale di Polesine Camerini, al momento spenta, in una centrale a carbone, incontrando la contrarietà di comitati locali ed associazioni ambientaliste, che negli anni sono riuscite attraverso ricorsi al TAR ed al Consiglio di Stato a fermare il progetto, che però ora trova un nuovo e decisivo slancio con questo assist by-partisan assestato a livello regionale in sinergia con il livello nazionale.
L’ennesima battaglia del “partito del no” contro una operazione necessaria di ammodernamento del nostro sistema infrastrutturale? una mobilitazione antica contro una struttura che garantisce sviluppo, lavoro e protegge dai black out?
Niente di tutto questo. La battaglia contro il carbone a Porto Tolle, e in altri 12 altri siti in Italia, è cominciata molti anni fa e solo per un caso si inserisce nello stesso anno in cui il paese si è espresso contro il nucleare.
1) Le nuove centrali sono necessarie all’energia del paese: Falso. In Italia la potenza elettrica installata (centrali attive e collegate) è di 106 GWp. Il consumo massimo di picco del paese (a luglio) è di 56 GWh. Abbiamo quindi quasi il doppio della potenza che ci serve. In più sono stati già approvati quasi 20GWp di nuove centrali a turbo-gas e ogni anno si collegano circa 8GW di eolico e fotovoltaico;
2) Il carbone di Porto Tolle è pulito: Falso. Il carbone pulito lo porta solo la befana. Tutto il resto è -letteralmente- fumo negli occhi, o meglio nei polmoni. Il fatto che ci siano filtri di ultima generazione è ovviamente il minimo che si possa chiedere ad una centrale di nuova costruzione, ma anche così le emissioni di PM10 di una centrale a carbone sono enormemente superiori a quelle di una centrale a turbo-gas e le polveri emesse in atmosfera che viaggiano anche per 50 km contengono Zolfo, Nichel, Cadmio, Piombo, Mercurio, Cromo, Arsenico, Uranio;
3) La centrale a carbone di Porto Tolle è un prototipo che salvaguarda il clima: parzialmente falso. E’ vero che ENEL ha fretta di realizzare per non perdere i finanziamenti europei destinati ad impianti di carbon sinking, cioè di immagazzinamento nel sottosuolo della CO2, gas serra. Ma l’impianto, nella migliore delle ipotesi, eliminerebbe solo il 10% della CO2 emessa dalla centrale, che sarà complessivamente di 10,5 milioni di tonnellate annue. Porto Tolle sarà il secondo più grande impianto di emissioni climalteranti del nostro paese;
4) Il carbone costa meno: Parzialmente falso. È vero che storicamente il carbone è stato considerato un combustibile fossile povero e più accessibile, ma negli ultimi anni i forti costi estrattivi dovuti alla necessità di scendere sempre più in profondità per l’estrazione del minerale (fino a 1500m) e la domanda crescente da parte di Cina ed India hanno fatto crescere di molto il suo costo. Contestualmente il prezzo del metano per causa della scoperta di giacimenti “non convenzionali” negli ultimi due anni è sceso notevolmente. A pochi km dalla centrale, peraltro, è stato costruito il terminal del rigassificatore off shore di Porto Tolle;
5) Il carbone diminuirà la nostra dipendenza energetica:Falso. In Italia utilizziamo già una piccola quota di carbone (14%) della quale solo l’1% proviene dal nostro paese: il carbone delle centrali nuove o in ristrutturazione deriverà interamente da approvvigionamenti esteri;
6) La centrale viene finanziata dai privati: Falso. Oltre ai soldi pubblici europei che verranno investiti nel progetto di interramento parziale della CO2, le rimanenti emissioni faranno sforare all’Italia i limiti imposti dalla direttiva europea sui cambiamenti climatici (il famoso -20% di CO2 entro il 2020 che alcuni paesi, come la Danimarca, hanno già spinto al 40% in maniera unilaterale). Tale sforamento costerà ogni anno circa 200 milioni di € all’erario e in dieci anni avremo multe per l’equivalente del costo della centrale, cioè 2 miliardi di €;
7) La centrale porterà posti di lavoro: Falso. Contrariamente a quanto propagandato, i posti di lavoro garantiti dalla centrale non saranno più di 300. Tali infatti sono i lavoratori impiegati nella centrale gemella di Civitavecchia, passata a carbone l’anno scorso. Nella fase di trasformazione della centrale sono stati impiegati 3500 persone (per complessivi due anni) delle quali solo 500 del posto. A fronte di questi numeri, vanno calcolati però i posto di lavoro persi nel settore agricoltura, pesca e turismo ambientale nel delta del Po e i posti di lavoro che si potrebbero attivare con un investimento di 2 miliardi di euro in efficienza energetica degli edifici e nelle energie rinnovabili nel polesine;
8) La centrale non avrà ulteriori impatti sull’ambiente del Delta: Falso. Non solo si dovranno scavare canali appositi per il passaggio delle bettoline che trasporteranno il carbone (con il conseguente inquinamento ambientale che ne potrebbe derivare) ma la centrale dovrà dotarsi di due strutture di forte impatto sul piano del paesaggio, ovvero due grandi cupole di 150 m di raggio destinate a contenere le 300.000 tonnellate di carbone che servono da riserva strategica per la centrale. Se non si costruissero, la deriva del polverino di carbone a causa del vento porterebbe un serissimo impatto ambientale e sanitario nei territori circostanti;
9) Non è possibile passare la centrale a gas: Falso. La centrale è situata a pochi km dal nuovo metanodotto che unisce il terminal gasifero off shore situato al largo di Porto Tolle, alla rete Snam di distribuzione del metano: con poca spesa si potrebbe impiegare parte di quel gas per l’alimentazione della centrale di porto Tolle. Una operazione al momento ritenuta non fattibile perché le proprietà sono di soggetti diversi, e quindi vincolate a diverse strategie di business aziendale;
10) Tutti paesi investono in carbone: Falso. Tutti i paesi sviluppati europei stanno uscendo dal carbone con progetti di svincolo a medio periodo: la Germania, che per tradizione e convenienza impiega la maggiore quantità di carbone (di cui è molto ricca) ha un piano per produrre solo energia da fonti rinnovabili entro il 2050. La Gran Bretagna ha appena rinunciato ai finanziamenti europei per la realizzazione di una grande centrale a carbone con tecnologia di carbon sinking;
11) Il carbone è una tecnologia che porta benessere: Falso. Ogni anno, nella sola Cina, muoiono 5.000 (cinquemila, avete letto bene) minatori nelle miniere di carbone e la vita media di questi lavoratori nelle miniere sotterranee è di soli 50 anni. Alimentare questo mercato significa anche alimentare queste situazioni.
Davide Sabbadin, responsabile Energia Legambiente Veneto