“Nonostante Acegas-Aps e Legambiente stiano conducendo insieme la campagna Imbrocchiamola per ridurre a monte i rifiuti, nella fattispecie le bottiglie di plastica, nel caso dell’inceneritore ribadiamo la nostra contrarietà alla decisione dell’Azienda di non chiudere la prima linea all’apertura della terza.” Così il portavoce di Legambiente Padova Lucio Passi, che ricorda “che lo studio di impatto ambientale indica che la seconda e terza linea sarebbero in grado di smaltire il rifiuto secco residuo di tutta la provincia di Padova, se solo si sviluppasse ulteriormente la raccolta differenziata. Cosa che, per altro, dobbiamo fare per legge: dobbiamo raggiungere entro il 2012 il 65% di differenziata. Un risultato che rende decisamente sovradimensionata la capacità di incenerimento delle tre linee di San Lazzaro. Un risultato, inoltre, certamente a portata di mano: Padova è al 42% e già oggi la raccolta differenziata in 400 comuni veneti supera il 50%, e in più di 200 oscilla tra il 60 e l’80%.
“Al contrario – continua Passi – mantenere aperte tre linee con una capacità di incenerimento complessiva di 520 tonnellate al giorno collide con la raccolta differenziata nella provincia, la erode, rischia di contrarla, ne è oggettivamente concorrente. Riciclare è assai meglio che incenerire, ed è bene ricordarlo in tempi di cambiamenti climatici causati dall’effetto serra. Infatti riciclare rifiuti significa risparmiare emissioni di gas serra, bruciarli significa aumentale (perciò i rifiuti non sono assimilabili alle energie rinnovabili).
Infine, – conclude Passi – con tutte e tre le linee aperte, c’è il rischio di aprire le porte allo smaltimento di rifiuti provenienti da altre province, contraddicendo il principio virtuoso ed ecologicamente corretto di smaltire i propri scarti ognuno a casa sua . I rifiuti non possono essere gestiti in termini solamente aziendalistici, perché la loro gestione riguarda ambiti non strettamente economici, come quello ambientale e della tutela della salute.