Con la fine dell’estate che, almeno dal punto di vista del calendario, va concludendosi, Legambiente fa il consuntivo dello smog estivo 2020.
I DATI
“Oltre 20 superamenti in più dell’anno scorso: il consuntivo ozono estate 2020 è pessimo – dichiara Lucio Passi, responsabile politiche antismog di Legambiente Padova. Infatti al 21 settembre sono stati registrati 61 giorni oltre limite di legge giornaliero: 120 microgrammi per metro cubo d’aria da non superarsi più di 25 giorni in un anno. Tra gli inizi di maggio, quando l’ozono – inquinante tipicamente estivo- si è manifestato e ieri, un giorno su due abbiamo respirato aria malata e fuorilegge. E’ il diciassettesimo anno consecutivo che a Padova l’ozono supera il limite di legge annuale.”
Per questo inquinante – continua Passi – il 2020 è stato uno dei peggiori anni dell’ultimo quinquennio. Nel 2019 i superamenti furono 40, 70 nel 2018, 53, nel 2017 e 38 nel 2016. Anche andando più indietro negli anni il 2020 risulta uno degli anni più inquinati. (VEDI TABELLA ALLA FINE)
Padova registra anche il peggior dato di tutte le stazioni di monitoraggio della provincia. La stazione della Mandria di Padova, rappresentativa della media città ha registrato 61 giorni di superamenti. Seguono quella del Parco Colli con 56, la centralina di via Carli a Padova est con 54 , l’Altra padovana con 49, Monselice con 48 ed Este con 39.
“La fonte principale degli inquinanti che producono l’ozono, come per il Pm10, sono i tubi di scappamento. Per Legambiente – sottolinea Passi – continua a rimanere incomprensibile perché per limitare le polveri sottili si attui un parziale blocco della circolazione nei mesi invernali, mentre non si siano mai presi provvedimenti per contrastare l’ozono”.
LA TRANSIZIONE IN ATTO E L’OCCASIONE DA COGLIERE
“Battere l’inquinamento si può: in tutta Europa – argomenta l’esponente di Legambiente – avanza una rapida transizione dei sistemi di trasporto, come ci ricordano i 60 miliardi di euro che le aziende europee hanno deciso di investire in fabbriche di batterie e auto elettriche.
Anche in Italia qualcosa si muove: con la Legge di Bilancio 2019 sono arrivati i primi bonus destinati ai veicoli elettrici (auto e moto) ed è iniziata la prima sperimentazione della micromobilità elettrica. Con la Legge di Bilancio 2020, si sono quindi ottenuti l’equiparazione dei monopattini alla ciclabilità urbana e il bonus mobilità senz’auto; attraverso i “decreti Covid-19”, infine, i nuovi percorsi ciclabili urbani, la precedenza bici.
La green mobility, oggi più che mai è percepita dai cittadini come cruciale per battere l’inquinamento e tracciare un futuro sostenibile. La risposta delle Amministrazioni locali non può che essere quella di ridisegnare lo spazio pubblico e di riequilibrare le varie modalità di spostamento, puntando sull’aumento del Trasporto pubblico locale (Tpl), ciclabilità, pedonalità e micro elettrico. Oggi quindi ci sono le condizioni, mai verificatesi prima, affinché anche la nostra Amministrazione operi una svolta incisiva. Non cogliere quest’opportunità – avverte Passi- condannerebbe Padova a perdere l’occasione irripetibile di modernizzare la città con vantaggi non solo ambientali ma anche economici. Purtroppo con la redazione di un Piano urbano della mobilità (PUMS) poco lungimirante ha forse già perso una prima opportunità. Ma entro la fine della “consliatura” può ancora porre le primi solide basi per la transizione verso la mobilità sostenibile. Eccoli”.
I PRIMI PROVVEDIMENTI STRUTTURALI
Aspettando il nuovo tram, sul breve periodo sono possibili interventi abbastanza rapidi ed economici utili sia contro lo smog che per la convivenza col Covid.
Ciclabilità
Introdurre il doppio senso di marcia per biciclette e micro elettrico nelle vie del centro storico (finalmente permesso dal Decreto semplificazioni), la cosiddetta ciclabilità diffusa. Inoltre è possibile realizzare alcune delle venti linee della Bicipolitana. Sviluppare ulteriormente lo sharing per bici e monopattini elettrici (bene la sperimentazione dei primi 1000 annunciata dall’Assessore Ragona)
Pedonalizzazioni e Aree 30
Va sdoganato il progetto (già pronto) di pedonalizzare via Dante e sbloccata la realizzazione delle zone 30.
Politica della sosta
E’ fondamentale riorganizzare la politica della sosta, con costi via via crescenti verso il centro, rifiutando l’ipotesi dell’inutile nuovo mega parcheggio alla Prandina: di park in centro, che non fanno altro che attrarre traffico, ce ne sono fin troppi, mentre mancano ancora diversi parcheggi scambiatori nei punti di accesso a Padova.
TPL
Sul medio periodo è fondamentale riorganizzazione e potenziamento del Trasporto pubblico locale, che oggi si scontra con problemi burocratici e che abbisogna di notevoli risorse, per altro risolvibili introducendo il “road pricing” a Padova., come propone Legambiente da tempo. Potenziamento che è fondamentale per il riequilibrio modale degli spostamenti –.
PM10, DA OTTOBRE NUOVE LIMITAZIONI, MA PER QUANTO?
“Ora ci aspetta la nuova ondata di Pm10 che nei primi mesi dell’anno ha già totalizzato 47 superamenti del limite giornaliero contro i 35 ammessi dalla legge: certamente sarebbero stati di più se il lockdown non avesse radicalmente diminuito il traffico a fine marzo e in aprile”. Passi si dice – “estremamente preoccupato dalla ventilata e concreta possibilità che le limitazioni della circolazione, che negli gli anni scorsi erano in vigore dal 1 ottobre a fine marzo, siano revocate dopo il 31 dicembre. Certo sono decisioni che stanno in capo alle Regioni padane che nel 2018 hanno firmato “l’accordo per la qualità dell’aria”, ed in particolare al Comitato di indirizzo e sorveglianza della Regione Veneto, che notoriamente frena i provvedimenti antismog. Tuttavia il Comune ha ampia autonomia decisionale, ad esempio diverse città, tra cui Torino e Roma hanno bloccato Euro 5 e 6 durante i giorni di massimo inquinamento. Padova e le città venete sono arrivate a fermare al massimo gli euro 4, e anche questo ora sembra in discussione…”.