EMISSIONI GAS SERRA: PADOVA CITTÀ VIRTUSA MA NON LA SUA MOBILITÀ

Le recenti mobilitazioni giovanili hanno riacceso i riflettori sull’effetto serra e i conseguenti cambiamenti climatici. Già nel 2007 Legambiente aveva diffuso un dossier sulla quantità di gas serra, in particolare Co2, prodotti dal Comune di Padova. Nel 2005 la nostra città emetteva 1.894.568 tonnellate di Co2, dati confermati anche dal monitoraggio effettuato dal Comune di Padova nell’ambito del Paes (Piano di Azione per l’energia sostenibile). “L’ultimo rilevamento disponibile è del 2013 – dichiara Lucio Passi, responsabile politiche antinquinamento di Legambiente – e vede le emissioni diminuire in tutti i settori, ma non in quello dei trasporti, che aumenta da 324.000 tonnellate a  362.000 (+ 12%) Fonte Paes, Comune di Padova. Il traffico si rivela quindi un problema per la produzione non solo di polveri sottili e di ozono, ma anche per quella dei gas climalteranti.”

Il peso delle emissioni dei singoli settori è questo. 

In percentuale nel 2005: emissioni dirette del Comune 2,84%, edifici residenziali 29,84%,  edifici commerciali, 15,47%, industrie 35,36%, trasporti privati 17,13. Nel 2013: emissioni dirette del Comune 2,36%, edifici residenziali 24,38%, edifici commerciali 18,46%, industrie 24,31%, trasporti privati  30,44. Complessivamente la Co2 prodotta da Padova nel 2013 era scesa 1.198.172 tonnellate, complice la crisi economica e la conseguente riduzione dei consumi anche energetici,  grazie al balzo in avanti delle energie rinnovabili e in virtù delle politiche messe in atto dal Paes del Comune.

Le emissioni pro-capite di CO2 dei padovani del 2005 raggiungevano le 8,93 tonnellate, scese a 5,68 nel 2013.

Stupisce la mancanza di dati recenti, vista la gravità del cambiamento climatico e Legambiente ne chiede l’immediato aggiornamento – continua Passi. Tale mancanza, infatti non permette di sapere se la tendenza globale alla diminuzione, o all’aumento, come nel caso dei trasporti, sia continuata, ma certo non autorizza ad abbassare la guardiaPer quanto riguarda il settore più problematico, quello dei trasporti, le azioni da intraprendere sono pressoché identiche a quelle da sempre richieste da Legambiente per l’abbattimento di polveri sottili e ozono.

Aspettando il nuovo Tram serve aumentare la frequenza dei bus con l’obiettivo di ridurre il tempo di attesa delle linee più frequentate al massimo  8’ minuti, che come sottolineano tutti gli studi di settore, è il modo principale per convertire gli automobilisti all’uso del trasporto pubblico.

Si deve gerarchizzare la politica della sosta: costi bassi nei parcheggi scambiatori (una cifra forfettaria abbinata agli spostamenti sui mezzi sostenibili) e costi crescenti per chi vuole parcheggiare nella prima periferia ed in centro. No ai parcheggi alla grandina e al PP1. Servono poi nuovi parcheggi scambiatori: mancano al capo di radiali come via Po, San Marco, Armistizio, Chiesanuova. 

Serve realizzare subito la BiciPolitana. Parallelamente servono interventi strutturali per dare garanzia di continuità, sicurezza e fine della commistione ciclo-pedonale nelle ciclabili sugli assi di penetrazione in città ad elevata presenza di traffico automobilistico. Da non dimenticare la ciclabilità diffusa in area ZTL (doppi sensi per le bici in strade a senso unico per le auto), nuovi stalli e park custoditi.”

Ancora – conclude Legambiente – serve il potenziamento del cah sharing e istituire corsie e parcheggi riservati per il car polling (auto con almeno 3 persone a bordo)”.