EUROSPIN: UN CASO EMBLEMATICO
fermare l’alluvione dei supermercati

Nell’area dismessa dell’ex Mazzucato Legnami a Brusegna potrebbe sorgere l’ennesimo supermercato, l’Eurospin. Sta continuando senza fine l’alluvione di supermercati in città, che potrebbe diventare uno Tsunami visto che a Padova vi sono 878mila mq di aree dismesse.

“Sullo stop al consumo di suolo – dichiara Lorenzo Cabrelle del Direttivo di Legambiente Padova –  la Regione Veneto ha detto molto ma quasi sempre fatto poco. Ha eliminato qualsiasi contingentamento per quanto riguarda le grandi e medie strutture di vendita e liberalizzando del tutto quelle con superficie inferiore al 1.500 mq. Ma non è finita. Con il cosiddetto Piano Casa del 2017, recepito nella L.R. 14/19 ha previsto la densificazione dei centri abitati attraverso la demolizione e ricostruzione degli edifici. La legge regionale concede incrementi che possono raggiungere il 100% del volume o della superficie esistenti, in deroga alle previsioni dei piani regolatori, consentendo anche il cambio di destinazione d’uso. È in questo quadro che sorgerà l’Eurospin di Brusegana, nell’area dell’ex Mazzucato Legnami.

“Il Comune  – continua Cabrelle – si dichiara espropriato di qualsiasi possibilità di intervento ma non è del tutto vero  Il punto di forza da cui i Sindaci devono partire è quello della compatibilità urbanistica, che può contrastare le attività indesiderate. Il mezzo è la Variante al Piano degli Interventi (P.I.) ora in preparazione, dove andrebbe introdotta la tutela delle aree inedificate e quell’organizzazione dei rioni che può maggiormente garantire la vivibilità della comunità cittadina.

Tuttavia c’è da chiedersi se la nostra Amministrazione ne abbia la volontà. Infatti c’è da ricordare che quando la Giunta Regionale, nel 2018, aveva fissato a 392,6 mila mq il limite massimo per il consumo di suolo a Padova sino al 2050, la Giunta di Padova ne ha chiesti 2,624 che la Regione ha concesso. Giova inoltre ricordare che Padova è il 5° capoluogo in Italia per suolo edificato, con quasi il 50% di superficie consumata, pari ad un’area di 49,51 chilometri quadrati.”

Sullo specifico delle edificazioni ad uso commerciale: “è difficile, ma non impossibile – sottolinea Cabrelle- la limitazione delle superfici commerciali ridondanti all’interno del tessuto urbano cittadino.  Molti quartieri di Padova sono caratterizzati da un’edilizia residenziale di bassa densità, e qui potrebbe essere posto un limite alle superfici commerciali. Ciò consentirebbe di rivitalizzare quel modello di organizzazione sociale, basato sui piccoli negozi di vicinato, che garantisce la vita di relazione all’interno dei rioni, fornendo anche opportunità occupazionali e una maggiore sicurezza e coesione della comunità. E’ necessario però che l’Amministrazione comunale prenda l’iniziativa, chiedendo – possibilmente in rete con altri Comuni – una revisione della legge regionale sul commercio”.

“In sostanza – conclude Cabrelle – non ci sono destinazioni d’uso che non possono essere modificate e se, per esempio, proprio l’area dell’ex Mazzucato Legnami – dovesse servire per usi di pubblico interesse, il Comune potrebbe adottare una variante al P.I. introducendo, con le dovute motivazioni, la variazione d’uso dovendosi sempre intendere l’interesse pubblico prevalente su quello privato.