“Nel regolamento manca proprio la cosa più importante: un articolo che normi nel dettaglio come e quando il Comune debba avvisare i cittadini del futuro taglio di alberi, e di come questi possano dialogare, e con chi, per evitarne l’abbattimento o avere precise e motivate spiegazioni sull’inevitabilità dell’intervento.” A Parlare e Lucia Lora, responsabile del gruppo difesa degli alberi di Legambiente Padova, che interviene sull’inedita bozza di regolamento comunale “Disposizioni per la tutela del verde pubblico e privato” su cui il Consiglio Comunale sarà chiamato a deliberare, insieme al regolamento edilizio, Lunedì prossimo.
“Ci appelliamo al Consiglio Comunale – spiega Lucio Passi, coordinatore di Legambiente Padova, perché venga introdotto un articolo preciso sui doveri del Comune di comunicare ai cittadini gli interventi previsti sugli alberi, ma in realtà sarebbe meglio che il Consiglio Comunale stralciasse il regolamento e lo rimandasse ad altra data, perché sono troppo le cose su cui andrebbe migliorato. Per altro questo documento è comparso dal nulla, come allegato “A” al regolamento edilizio, solo alcune settimane fa, mentre del primo la commissione urbanistica se ne sta occupando da un anno. Non abbiamo avuto così modo di presentare nessuna osservazione scritta al testo. Sandro Faleschini (SDI), Presidente della Commisione urbanistica, non ha dato a nessuno il tempo necessario per le controdeduzioni.
Ci appelliamo anche a Ivo Rossi, Assessore al verde, perché sia lui stesso a chiedere lo stralcio del regolamento. Rossi da mesi si sta affanando a dimostrate che il suo Settore sta piantando molti più alberi di quanti ne toglie. E’ vero, ma deve capire che non introduce regole certe di comunicazione con quei cittadini che vedono tagliarsi l’albero sotto casa si moltiplicheranno i conflitti sui casi di abbattimento.
Il regolamento in votazione lunedì potrebbe essere fortemente migliorato su vari aspetti – proseguono da Legambiente. Ad esempio è molto puntiglioso nel regolamentare la gestione del verde privato, ma manca invece un articolo specifico sul verde pubblico (pianificazione, programmazione, manutenzione, abbattimenti, sostituzioni, nuove piantagioni). Nasce così la senzazione che il settore verde voglia sottrarsi a regole fisse. Invece noi proponiamo da tempo che a questo settore siano date, oltre a regole precise, anche più risorse (soldi e personale) per poter far ancora meglio il proprio mestiere ed avere un rapporto più positivo con i cittadini. Infine: le multe previste per un privato che taglia un albero senza permesso sono irrisorie e non fungono minimamente da deterrente. Tanto vale fare direttamente un condono…
SCHEDA – GLI ULTIMI CASI IN ORDINE DI TEMPO
Sul problema degli abbattimenti degli alberi nell’ultimo periodo è emersa una vera e propria microconflittualità sociale. Per due motivi.
C’è una ragione profonda. L’albero è un elemento fortemente simbolico (evoca molti concetti profondi: vita, natura, bellezza, pace…) e nelle nostre città sempre più anonime è forte di identità. Chi è abituato a vederselo sotto casa, magari da quando è nato, e all’improvviso non lo vede più, vive l’abbattimento come una menomazione di una parte di sé e di colpo prova la senzazione di una sottrazione di naturalità alla propria vita.
C’è n’é poi una che attiene alla sfera dei diritti. Razionalmente le persone sono disposte ad accettare la perdita dell’albero se gli vengono fornite motivazioni inattaccabili (era malato, non si poteva far altro). Ma come è giusto, visto che siamo cittadini e non sudditi, si vuole essere informati in anticipo che la pianta dovrebbe essere eliminata e si vuole un interlocutore istituzionale disponibile con cui poter verificare tutte le alternative alla rimozione. Infine, se non ci sono alternative, si vuole la sicurezza della sostituzione della pianta. Altrimenti uno si sente preso un po’ in giro…
Questa necessità di rapportarsi con il cittadino visto come persona a cui dare spiegazioni, e non come intralcio al lavoro di routine, è proprio ciò che fin’ora in Comune non hanno capito e che a provocato il sorgere di molti conflitti, con comitati relativi.
Negli ultimi sei mesi questi i principali
- Novembre 2005. Proteste all’Arcella per gli abbattimenti in via Bernardi e via Faggin.
- Dicembre 2005. L’eliminazione dei Tigli di via Tembien e via Cernia, scatenano le ire dei residenti della zona Palestro.
- Gennaio 2006. Polemiche a non finire per gli abbattimenti sull’argine di via Goito.
- Febbraio 2006. Un lunghissimo braccio di ferro vede contrapporsi molti residenti della Guizza con il settore verde. Alcuni si incatenano ai Platani chiedendo di vedere le perizie che condannano le essenze. Si arriva a livelli di tensione altissima. Alla fine solo una parte dei fusti saranno abbattuti.
- Maggio 2006. Dopo dure contestazioni anche in via Lagrange il Consiglio di Quartiere annuncia che solo 6 tigli su 25 condannati verranno abbattuti.