L’investimento di 1 milione e 650 mila euro a favore del trasporto pubblico deciso martedì con Delibera di Giunta e basato su una proposta di Legambiente rappresenta una svolta considerevole non soltanto per la nostra città.
Innanzitutto bisogna dare atto al Sindaco Zanonato di aver voluto investire una cifra consistente, che non ha precedenti, per "produrre" servizio pubblico aggiuntivo che va aldilà dei servizi minimi che un’amministrazione deve garantire. Un finanziamento con il quale si potrà migliorare le frequenze di quasi un 20% rispetto alle attuali (+ 600.000 km/anno).
E’ la risposta ad una delle principali domande degli utenti, attuali e potenziali: meno attese alle fermate, tempi di frequenze più ravvicinati, che nelle ore di punta significa più confort sulle vetture.
E’ una risposta strutturale all’emergenza inquinamento, all’allarme PM10, fino ad ora affrontato solo con misure emergenziali. Non sarà una una tantum ma un investimento per mettere molti padovani in condizione di scegliere l’autobus per i loro spostamenti.
E’ una politica obbligata, che va pianificata e perseguita negli anni.
Oggi abbiamo una mobilità squilibrata a favore dell’uso del mezzo privato: il 67% degli spostamenti giornalieri è su auto, di cui ben il 50% proviene dai Comuni della area metropolitana, mentre solo il 13% avviene sui mezzi pubblici. Il sistema va riequilibrato e, garantendo il diritto alla mobilità, bisogna erodere quote consistenti all’auto. Altre città come Bologna si sono date obiettivi precisi (ad es. la riduzione del traffico privato del 14% al 2010). Con questa misura anche Padova può ragionare in termini di obiettivi misurabili.
Ma la delibera, costruita a partire dalla proposta di Legambiente, è innovativa anche perchè stabilisce un nesso tra la sanzione a chi non rispetta una norma – la ZTL – e l’investimento in un servizio – il trasporto pubblico – che garantisce un diritto fondamentale, quello alla salute.
Si inizia a rispondere alla domanda "chi paga per l’inquinamento?" Fino ad oggi i costi sociali e sanitari da PM10 erano spalmati sull’intera popolazione, anche su chi non vuole o non può usare l’auto e sceglie altre forme di mobilità. Da adesso vige un principio di trasparenza: le risorse ricavate dall’abuso dell’auto servono a migliorare un sistema alternativo, rispettoso della collettività.
Con questa manovra Zanonato e Bicciato dimostrano, anche ad altre città venete, che gli Enti Locali possono trovare nuove risorse per nuovi servizi, senza fornire per questo alibi a chi per legge deve contribuire economicamente al trasporto pubblico, la Regione. Quando Legambiente avanzò la proposta di usare i soldi della ZTL qualcuno suggerì che si usassero per ripianare il deficit di APS. Invece la scelta di scommettere su nuovi servizi rinforza le domande alle quali la Regione, fin qui latitante, dovrà iniziare a rispondere.
Perchè il contributo dovuto per legge dalla Regione Veneto anzichè aumentare dal 1996 ad oggi è diminuito del 2,6% e peggio di noi fanno solo Calabria e Lazio? Perchè il Veneto è quart’ultimo in Italia per contributo al km? Perchè si strozzano le aziende del trasporto veneto, proprio quelle che più di tutte in Italia recuperano con i loro ricavi i costi di esercizio (copertura fino al 42% del bilancio, un indice ben superiore al 35% che impone la legge)?
Tutto questo riporta alla necessità che in città si sigli un vero e proprio patto contro l’inquinamento che veda impegnate, oltre l’amministrazione, le categorie sociali ed economiche e i sindacati, per definire come ciascuno contribuisce alla lotta all’inquinamento. In questo processo Provincia e Comuni limitrofi non possono chiamarsi fuori, perchè Padova è di fatto area metropolitana. Mentre da APS ci si aspetta la gestione tecnica del potenziamento del servizio prima e il miglioramento strutturale delle frequenze poi, che va accompagnato con operazioni innovative, di marketing e di coinvolgimento dell’intera città.