Dal 1997 Legambiente indica come strategica l’idea di avere un’unica azienda del TPL operante in provincia. Ma portare avanti un’operazione del genere tenendo nascosti i dettagli non può avere nulla di positiva per la città.
Oggi non è dato conoscere se c’è un nuovo Piano della mobilità o se verrà ripresentato lo stesso di marzo. Quello che è certo è che le due aziende, scrivono nei loro accordi, rimarranno al 45% e 55% anche se le perizie che verranno commissionate post fusione diranno che i valori dovevano essere diversi. Ciò ci induce a pensare che le quote sono sparite in base a volontà politiche e non a valutazioni economiche. Per questo motivo nel caso i Consiglieri comunali votassero questa delibera ci riserviamo di presentare un esposto alla Corte dei Conti.
A questo si aggiungono le domande di 6 mesi fa e le perplessità rimangono tutte, anzi aumentano.
– Per un punto Massimo perde la cappa: è ammissibile che per passare dal 44% al 45% di controllo della nuova società il Comune di Padova perda più di due milioni di canoni in tre anni? È così che si garantisce il trasporto pubblico? Lo sa questo Rossi che ha annunciato voto favorevole all’operazione?
– Come si intende garantire l’attuale offerta di servizio ai cittadini? La proposta è la stessa di marzo 2014, quella basata su un taglio di 1,3 milioni di km rispetto al 2013 (-5,5%), e di – 1,9 ml km se paragonati al 2012?Se una parte di risparmio di 0,8 ml km è dovuto all’eliminazione di sovrapposizioni, dove vengono tolti i rimanenti km di servizio urbano?
– C’è la garanzia che la Regione mantenga la stessa contribuzione che adesso riconosce alle due aziende separatamente pur a fronte della razionalizzazione del servizio, cioè solo se la Regione Veneto concede lo stesso contributo pur in presenza di un taglio di 1,3 milioni di km di esercizio? Nelle bozze di accordo il Comune ha già messo le mani avanti: il biglietto aumenterà se non arrivassero questi soldi che per ora sono solo una promessa.
– Le risorse economiche dei parcheggi, attualmente messe a disposizione dal Comune, fino a due anni fa usate nel bilancio di APS per la gestione autobus urbani, rimarranno annegate nel bilancio comunale?
Nel marzo 2014 leggendo le azioni strategiche del piano di fusione, spiccava un dato: non c’è(ra) tra gli obiettivi quello di acquisire nuovi utenti, semmai ci si impegna(va) a mantenere gli attuali (che per altro sono in calo da due anni). Quali nuove azioni sono state pianificate?
A marzo mancava del tutto un obiettivo strategico fondamentale, quello dell’aumento della velocità commerciale. Quest’ultima, è bene che si sappia, non è solo qualità del servizio. Garantisce anche una performance economica: “l’aumento di 1/kmh corrisponde a un risparmio di 2,1 milioni di costi (pari al 4,5% dei costi del TPL padovano)”. In tutti questi anni la velocità commerciale a Padova città non è aumentata, ma è ferma al 14 km/h. Perché il Comune non ha realizzato nuove corsie riservate, anzi le ha smantellate in via Ognissanti e Corso Vittorio Emanuele? Che obiettivi ci sono nel nuovo piano industriale?