Legambiente critica il progetto dell’hub logistico a Granze di Camin
Legambiente Padova replica alla campagna promozionale dei Supermercati Alì in cui si sostiene che il nuovo hub logistico progettato a Granze di Camin sarebbe addirittura il primo magazzino green della grande distribuzione. Una definizione decisamente fuori luogo secondo l’associazione ambientalista che attraverso il suo vicepresidente Sandro Ginestri torna a criticare duramente il progetto.
“Il primo motivo per cui, secondo Alì, questo progetto sarebbe green, è che un terzo dell’area su cui sorgerebbe il nuovo magazzino rimarrebbe a verde” spiega Ginestri. “Peccato che i restanti due terzi dell’area, ossia più di 10 ettari di terreni agricoli verrebbero cementificati per la costruzione di capannoni, strade e parcheggi. È evidente come, sul fronte del consumo di suolo, un progetto che asfalta 2/3 dei terreni disponibili non possa essere considerato ecocompatibile”. Secondo Legambiente la sfida della sostenibilità ambientale richiede piuttosto di recuperare e rigenerare cubature esistenti, salvaguardando quel po’ di aree verdi che ci sono rimaste e nel Comune di Padova, che ha la percentuale di consumo di suolo più alta di tutto il Veneto, questo obiettivo dovrebbe essere particolarmente importante, come d’altronde è indicato nel programma di questa Amministrazione comunale e nel nuovo Piano degli Interventi. “Troviamo molto deludente che un importante gruppo come Alì affronti il tema del consumo di suolo con tanta superficialità, arrivando a dichiarare sul proprio sito che <<Dal punto di vista tecnico il progetto non è considerato come un intervento che va ad erodere il consumo di suolo>>. Su questo siamo d’accordo, con questo progetto il consumo di suolo non verrà certamente eroso ma verrà anzi aumentato e di molto” commenta ironicamente Ginestri.
Un altro elemento esibito a suffragio della tesi green dai supermercati Alì e criticato da Legambiente, sono i 35.000 kg di Co2 all’anno che si risparmierebbero facendo a meno delle navette che oggi fanno spola tra le diverse sedi dell’azienda, ottenendo così un riduzione di traffico complessivo di circa 25.000 km all’anno. Secondo Legambiente si tratta di un chilometraggio equivalente a quello fatto in un anno da un paio di utilitarie e che appare quindi del tutto irrisorio rispetto ai volumi di traffico movimentati dai supermercati Alì. “Perché non ci dicono anche quanti camion in più arriverebbero e ripartirebbero da questo nuovo hub logistico?” chiedono gli ambientalisti, sottolineando come il nuovo magazzino sia progettato per poter rifornire l’apertura di due nuovi supermercati all’anno in aggiunta ai 117 punti vendita già oggi esistenti in Veneto ed Emilia Romagna, e sia pensato per far crescere anche le vendite online del gruppo. Secondo l’associazione si tratterà di un impatto certo non trascurabile, tanto che i tecnici comunali hanno evidenziato la necessità di valutare una nuova uscita dalla tangenziale a servizio della zona industriale. “Se venisse approvato il progetto – commentano a Legambiente – ci pare che le navette uscirebbero dalla porta ma nuovi T.I.R. rientrerebbero dalla finestra, con conseguenze su traffico e inquinamento a Padova tutt’altro che green”.
Nel descrivere i possibili benefici derivanti dal nuovo magazzino, i supermercati Alì hanno annunciando la creazione di 250 nuovi posti di lavoro. Su questo aspetto però Legambiente ricorda che, mentre crescono punti vendita e occupati della grande distribuzione organizzata, calano i piccoli negozi e i loro addetti. “A Padova gli esercizi al dettaglio di prodotti alimentari sono diminuiti del 20% in soli 10 anni, secondo dati Confcommercio 2023, anche a causa della crescita della grande distribuzione organizzata e dell’aumento del commercio online. Una crisi che impoverisce la nostra città, confermata dal Comune di Padova, che anche tra il 2022 e il 2023 ha censito un saldo negativo di negozi di commercio al dettaglio con superfici di vendita inferiori ai 250 mq. Ci pare che questo nuovo magazzino, più che un esempio di logistica green come vorrebbero farci credere, sarebbe piuttosto un buonissimo affare per Alì, che farebbe enormi guadagni se i terreni che ha acquistato come agricoli venissero ora dichiarati edificabili” commenta Ginestri. Secondo le stime di Legambiente, Alì ne ricaverebbe un plusvalore fondiario superiore ai 30 milioni di euro.
Con una nota riportata nel suo sito, Alì dichiara infine che la mancata approvazione del progetto da parte del Consiglio Comunale comporterebbe lo spostamento della sede direttiva e logistica dell’azienda, con inevitabili ripercussioni da un punto di vista socio-economico sulla città. “Facciamo notare che i supermercati Alì hanno aperto 17 nuovi punti vendita negli ultimi 12 anni e non sono certo un’azienda in crisi, nonostante non abbiano ancora realizzato il nuovo hub logistico. Anziché minacciare di andarsene da un’altra parte se non otterranno quello che vogliono, potrebbero individuare modalità di crescita che siano davvero ecosostenibili e non l’ennesima colata di cemento su terreni agricoli” osserva Legambiente.