l Comune di Padova, in seguito alle convergenze favorevoli della Regione e dell’Università manifestatesi in occasione di un riuscito convegno organizzato nel 2005 dall’associazione Antenore, è finalmente entrato nell’ordine di idee di assecondare lo sviluppo delle attività didattico-sanitarie in spazi più idonei degli attuali.
Fra le aree considerate il Comune di Padova si è orientato per quella in località Altichiero, fra l’Arcella e lo stadio Euganeo, e in questi giorni anche la Provincia, cui compete la stesura del piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP), ha accettato questa scelta. Sicuramente la zona di Altichiero è la migliore fra quelle prese in considerazione all’interno del Comune di Padova, sia in relazione alla collocazione delle altre sedi ospedaliere del Veneto Centrale, sia perché baricentrica rispetto agli insediamenti residenziali a più alta densità abitativa dell’ULSS 16. Però l’area prescelta, che è delimitata ad est dalla linea ferroviaria per Camposampiero, a sud da quella per Milano, ad ovest dalla tangenziale (corso Australia) e a nord-est da una zona residenziale servita da via Po, presenta alti indici di criticità. In primo l uogo ha una superficie complessiva di circa 600.000 metri quadrati alla quale va sottratta quella dovuta alla costruzione di una nuova strada con relativi svincoli che dovrebbe collegare Borgomagno con la tangenziale ovest, i parcheggi della stadio Euganeo e strada Montà. Ma ancor più pregiudizievole è il fatto che questa strada, così come è disegnata dal P.R.G., corre quasi parallela alla linea ferroviaria per Milano ma ad una distanza da questa di circa 200 metri: cosicché gli spazi a disposizione del polo ospedaliero si andrebbero a ridurre di 140.000 metri quadrati compromettendo le aspirazioni dell’Università di realizzare in prossimità strutture per la didattica e per la ricerca. Inoltre questa strada, che rappresenta lo sviluppo verso ovest del cosiddetto “arco di Giano”, a partire dal Borgomagno è stata prevista ad una sola corsia per ogni senso di marcia, il che è fra l’altro indicativo della lungimiranza di coloro che ci hanno amministrato negli ultimi decenni, a prescindere che si pensasse di utilizzarla anche per collegare il nuovo polo ospedaliero; quest’ultimo fra l’altro avrebbe bisogno per ogni emergenza di un secondo accesso che si sarebbe potuto realizzare da via Po se non si fosse edificato in continuità sul lato sud di questa strada.
È comunque straordinario che il Comune di Padova, fra le aree considerate per la costruzione del polo ospedaliero, abbia ignorato proprio quella che trent’anni fa, nella variante generale al piano regolatore, venne indicata dal prof. Luigi Piccinato due chilometri più ad ovest di quella prescelta. Quest’area, attualmente a destinazione agricola, non solo ha dimensione doppia rispetto a quella di Altichiero, è raggiungibile dal prolungamento della stessa strada oltre l’incrocio con quella di Montà, è sicuramente migliore sotto il profilo ambientale perché lontana da una fonte di inquinamento come quella costituita dalla tangenziale ovest, ma anche perché è delimitata su un lato dal canale Brentella oltre il quale, per qualsiasi eventualità, si trovano gli spazi rurali del comune di Rubano.
Ma si sa il prof. Piccinato, che sicuramente aveva due marce in più rispetto a coloro che in seguito hanno messo le mani sul piano regolatore, era inviso a molti avendo lasciato sgradevoli ricordi per il tentativo di imporre, anche con pesanti espressioni, orientamenti invisi e pure per i mutati indirizzi culturali di quella parte politica che, per ragioni strumentali, lo aveva fin troppo mitizzato.
Mario Battalliard