E’ solo comprendendo come ancor oggi larga parte dell’immagine e dell’identità della nostra comunità sia strettamente connessa al disegno della città murata, che diviene possibile elaborare un insieme coerente di politiche urbane, piani urbanistici e specifici progetti finalizzati a valorizzarne – non solo da un punto di vista edilizio ed estetico – la funzione di elemento fondante di una rinnovata e più sostenibile visione del futuro dell’organismo urbano nel suo complesso. Una visione strategica ed un approccio integrato ad un progetto per il Parco delle Mura che, ritengo, dovrebbe far riferimento ai seguenti aspetti essenziali:
1. per potenziare l’immagine ed il valore simbolico delle mura cinquecentesche occorre certamente curarne la manutenzione periodica ed il restauro, ma è altresì necessario ristudiarne ed approfondirne le relazioni con l’intorno urbano, favorirne l’accessibilità e la fruibilità, liberarle soprattutto dall’assedio del traffico veicolare
2. questo consente di ripensare il Parco delle Mura come un sistema unitario, nel quale i manufatti edilizi, i corsi d’acqua depurati, gli spazi verdi, i percorsi pedonali e ciclabili si integrino a vicenda e possano divenire meta di specifici itinerari culturali e scenario di eventi e spettacoli.
3. è necessario favorire la formazione di un sistema policentrico, che conferisca in primo luogo servizi, autonomia e qualità urbana ai quartieri ed alle municipalità esterne. In questa prospettiva, spesso dichiarata nelle enunciazioni programmatiche ma quasi mai praticata, molte funzioni oggi concentrate in centro storico e/o in prossimità delle mura cinquecentesche dovrebbero essere gradualmente delocalizzate in altri ambiti urbani, liberando spazi preziosi per il potenziamento del Parco delle Mura e riducendo drasticamente i flussi di traffico che ne sviliscono l’immagine e la fruizione
4. recuperare spazi preziosi per il sistema del verde e delle acque, ma anche – prioritariamente – evitare di occupare spazi aperti da sempre destinati dai vari Piani Regolatori Generali a verde pubblico. Basti accennare all’assurda recente decisione dell’Amministrazione Comunale in accordo con quella Provinciale di localizzare un nuovo Auditorium per la musica e per attività congressuali nell’area di piazzale Boschetti. Una decisione insensata, che fa seguito a quella che ha previsto la destinazione ad autosilos multipiano della vicina area dell’ex Cledca
5. Il Parco delle Mura deve integrarsi con il Parco delle Acque e più in generale – attraverso corridoi ecologici e percorsi ciclo-pedonali – con un organico sistema del verde disegnato a scala urbana ed a scala comprensoriale (l’anello verde di 8.900 ettari descritto dal Piano Territoriale Provinciale del 1995). Questo significa soprattutto due cose:
a – ristudiare tutto il sistema idraulico interessante la città di Padova, individuando soluzioni strutturali per far fronte al perdurante rischio idraulico, assicurando la depurazione delle acque a monte ed a valle della città, contrattando con il Magistrato alle Acque un maggior flusso d’acqua in entrata per i canali interni e per la Fossa Bastioni in particolare.
b – riaprire la battaglia per la salvaguardia dei residui cunei verdi (ed in primo luogo del parco del Basso Isonzo e del Bacchiglione) che possono consentire la penetrazione del sistema periurbano del verde entro il territorio urbanizzato ed in qualche caso sino all’anello verde del Parco delle Mura, cogliendo a questo fine l’occasione dell’avviata elaborazione del nuovo PRG (PAT – Piano di Assetto Territoriale) e delle norme della nuova Legge urbanistica regionale che prevedono i meccanismi della compensazione urbanistica e quindi la possibilità di delocalizzare le volumetrie attualmente consentite con gli indici della Perequazione introdotti dalla recente Variante ai Servizi.