Due sono gli aspetti che rendono dubbia la legittimità della Variante al Piano Regolatore per la realizzazione di un polo scolastico a Mortise, adottata di recente dal Consiglio Comunale:
1. se sia possibile approvare la Variante prima che il Piano di Assetto del territorio (PAT), al momento solo adottato, sia stato approvato;
2. se l’area oggetto della Variante, attualmente utilizzata prevalentemente ad uso agricolo, possa essere destinata ad altra utilizzazione, in pendenza della riverifica da parte del Comune dell’esatta classificazione della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) all’interno del territorio comunale e della quantità di questa superficie che può essere trasformata in altro uso.
A fronte di questi dubbi, Legambiente ha presentato le proprie osservazioni di cui riportiamo in sintesi i contenuti (per leggere il testo completo clicca qui).
Rispetto al primo dei due punti controversi, si fa presente che la legge urbanistica regionale (la L.R. 11/04) ammette, in pendenza del PAT, solo alcuni tipi di variante al PRG, tra cui non sembra ricadere quella in esame. Sono ammesse, invero, le varianti per la realizzazione di opere pubbliche, ma, nel nostro caso, la Variante riguarda un’area ben più vasta di quella funzionale al polo scolastico. L’area oggetto della Variante, che è attualmente destinata a servizi, viene trasformata in zona di perequazione integrata, in cui è prevista una capacità insediativa di tipo residenziale prima inesistente. Questo cambio di zonizzazione sembra inammissibile ai sensi della legge regionale, se non incardinato all’interno delle previsioni del PAT.
Rispetto alla seconda obiezione, va ricordato che Legambiente, già il 28 gennaio di quest’anno, aveva segnalato al Comune un errore nel calcolo della Superficie Agricola Utilizzata che poteva essere trasformata in altra destinazione d’uso. Un errore che prevedeva la trasformabilità di quasi mezzo milione di mq in più rispetto a quanto consentito dalla legge. Il Settore Urbanistica riconosceva l’errore, ma ne rimandava la correzione alla stesura del primo Piano degli Interventi, cioè del primo piano di attuazione del PAT.
Ma vi era di peggio: il Settore Urbanistica riconosceva, infatti, che la classificazione della SAU non era avvenuta secondo i criteri dell’Atto di Indirizzo regionale, che pure era stato pubblicato alcuni mesi prima dell’adozione del PAT, e comunicava che si sarebbe posto rimedio all’interno della Conferenza istruttoria e decisoria di approvazione del PAT. Tale conferenza, però, appare decisamente poco trasparente in quanto non prevede la pubblicità delle controdeduzioni alle osservazioni presentate da associazioni e cittadini e la loro discussione in Consiglio Comunale.
Di conseguenza, nel riproporre quanto già evidenziato al Settore competente, Legambiente obietta che non si possa procedere all’approvazione della Variante di Mortise, se non avendo preventivamente rivisto, in conformità con quanto previsto dall’Atto di Indirizzo regionale per la determinazione della SAU (D.G.R. 3650/2008), la cartografia ed i calcoli relativi effettuati nel PAT, al fine di verificare il rispetto di quanto disposto dalla Legge Urbanistica Regionale sulla trasformabilità delle superfici agricole attualmente in uso.