Centotrentacinque appartamenti di Edilizia Residenziale Pubblica, collocati al termine di via Canestrini tra il parco Iris e il canale Scaricatore, sono stati inaugurati alcune settimane fa dal sindaco di Padova Flavio Zanonato. Potremmo ritenerla una buona notizia, perché la città ha sicuramente bisogno di alloggi offerti in locazione a prezzi agevolati. Ma alcune considerazioni inevitabilmente vanificano questo nostro apprezzamento.
Per l’edificazione di questi edifici si è infatti scelta un’area vincolata a verde, che doveva essere trasformata in un grande parco urbano. E non c’è da rallegrarsi se, credendo di soddisfare parzialmente un bisogno pubblico, qual è quello della casa, se ne compromette un altro, quello di poter disporre di più aree verdi, fondamentali per migliorare la qualità della vita in una città contemporanea.
Purtroppo il nostro sindaco ha un altro concetto di questa qualità, se così si è espresso nella cerimonia di inaugurazione: “Il complesso di edifici che andiamo a inaugurare contribuisce a rendere più giovane e vivibile la nostra città”.
Eppure non la pensava così quando fu approvata la costruzione di questo “Residence”. Il suo partito e la coalizione che lo ha fatto eleggere sindaco la considerarono una “scelta dissennata” e insorsero con queste argomentazioni: “No alle speculazioni e al cemento tra via Canestrini e via Gerardo – La Giunta di centrodestra fa uno spudorato favore ai privati, a scapito della qualità della vita nella periferia est di Padova – I 135 alloggi previsti significano un grave incremento di traffico, già ora saturo e pericoloso, in strade strette e difficilmente praticabili – Deturpa una zona di pregio ambientale – L’inquinamento dell’aria si combatte con gli alberi e non con il cemento”.
Come si può passare con tanta disinvoltura da una pesante denuncia ad un esplicito entusiasmo? Nessuno ci ha chiarito le ragioni di questo radicale cambiamento di opinione. Ma un motivo pensiamo di conoscerlo. Nell’area rimasta libera da edifici, compresa tra il “residence” e il parco Iris, l’attuale amministrazione ha infatti concesso la costruzione di altri 150 appartamenti. Sarà difficile spiegare ai cittadini questa decisione che è l’esatto contrario di quanto annunciato nel programma elettorale: lì si parlava di tutela delle aree ancora inedificate e di revoca delle varianti urbanistiche adottate nella precedente legislatura. Evidentemente l’attuale slogan “ringiovaniamo la città” servirà per giustificare la prossima colata di cemento. Ma per accogliere nuove famiglie non è necessario costruire altri edifici. Lo stesso sindaco ha precisato che a Padova “ogni anno muoiono 2.500 anziani e nascono 1.700 bambini”: ciò vuol dire che un certo numero di alloggi si renderà libero e si aggiungerà alle altre migliaia di appartamenti che risultano sfitti in città.
Non c’è quindi bisogno di nuove case, ma di una nuova politica urbanistica che smetta di costruire sulle aree destinate a verde pubblico e che consideri i parchi urbani (di cui Padova è fortemente carente) non un accessorio, ma un bene vitale per i cittadini.
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(Ndr) L ’architetto Vitillo, consulente del Comune per la stesura del Piano di Assetto del Territorio, nella presentazione delle proposte per gli indirizzi e regole del PAT ha previsto che l’edificabilità nelle zone di perequazione possa essere trasferita, ai fini della valorizzazione delle aree di maggior pregio, in tutto o in parte verso altri comparti perequati oppure presso aree della città da riqualificare o da trasformare, prevedendo dei meccanismi incentivanti. Tale norma rischia però di arrivare troppo tardi per scongiurare che i pochi cunei verdi che sono sopravvissuti alla caotica edificazione degli ultimi decenni siano compromessi. È necessario anticipare la loro approvazione rispetto al PAT e attivarne immediatamente i criteri applicativi, anche perché i privati stanno presentando piani di lottizzazione nelle aree di perequazione e il Comune si accinge ad autorizzarli.
Ernesto Ginestri – Portavoce Comitato Iris