Il silenzio della Provincia

La Provincia ha indicato il termine del mese di febbraio 2007 per la raccolta delle osservazioni alla stesura del Piano di coordinamento Territoriale. La CGIL ha prodotto le proprie osservazioni con nota formale datata 12 febbraio 2007. Riteniamo che le osservazioni della CGIL declinino in modo chiaro i limiti strutturali e culturali del PTCP della Provincia di Padova. Nei giorni scorsi abbiamo sollecitato informazioni sullo stato del lavoro di valutazione delle osservazioni alla Provincia.
Il cambio dell’assessore Flavio Frasson (sostituito con Stefano Peraro) blocca da sei mesi l’attività programmata dell’assessorato all’urbanistica e alla pianificazione territoriale della Provincia. Ad oggi il lavoro di esame delle osservazioni prodotte da Comuni, associazioni, enti non è ancora iniziato.
Questa ulteriore dilatazione dei tempi è la dimostrazione che tra parole e fatti, quando si tratta di assumere vincoli e direttive attente ai bisogni ambientali, lo iato è sempre grande.

Pubblichiamo la presessa del documento della Cgil "Osservazioni al PTCP della Provincia di Padova".

Il Piano, della Provincia è una confusa lista di opere da realizzare in cui non viene mai esplicitata una selettività delle stesse, indici di priorità legati alla reale fattibilità, indicazioni rispettose delle risorse realmente disponibili, impegni certi nella vigenza temporale dello stesso.
Il PTCP nasce vecchio anche sul versante dell’analisi legato ad un’idea neoliberista della società che prende in esame il solo livello dimensionale quantitativo della crescita confondendo volutamente i concetti di benessere e crescita soprattutto nell’ambito delle infrastrutture stradali.
Mancano parole e impegni chiari per assicurare vincoli relativi all’applicazione del protocollo di Kyoto, alla decrescita, alla bioarchitettura, ai biomateriali, alla biodiversità, a soluzioni che non consumino ancora fette rilevanti di territorio.
La stessa analisi è insufficiente sulle potenzialità delle fonti energetiche alternative e complementari all’attuale sudditanza dalle forniture petrolifere estere. Il principio di sostenibilità territoriale, ambientale, sociale è citato nella premessa come finalità, ma poi si sconfessa detto principio proponendo milioni di metri quadrati di nuova cementificazione in ogni Comune per realizzare nuove zone industriali, commerciali, residenziali, direzionali con annesse nuove autostrade, strade, bretelle, circonvallazioni, circolari, orbitali.
La pianificazione non prevede per la mobilità viaria ( merci e persone) cambiamenti significativi da gomma a ferro. Le opere indispensabili come la Gronda sud, la Ferrovia Padova Chioggia ( inserita ogni tanto nella programmazione senza alcun reale investimento), il potenziamento delle linee di forza ferroviarie regionali sono lasciate in balia a sé stesse da anni (la Mantova/Legnago/Padova, la Bassano/Padova). Le stesse opere ferroviarie ritenute strategiche per il territorio come la dorsale Alta Velocità/Alta capacità hanno accumulato grandissimi ritardi addirittura di progettazione preliminare con il nodo del passaggio da Vicenza tutt’altro che risolto; oppure la metropolitana di superficie regionale del quadrante centrale (SMFR) che doveva essere pronta alla fine del 2004.
La mobilità lenta(piste ciclabili, pedonalizzazioni, vie d’acqua, ippovie, ecc.) è tracciata in quattro righe che demandano le scelte ai Comuni. E’ l’ennesima dimostrazione che modalità alternative e complementari al modello stradale dell’uso del mezzo privato sono ritenute poco influenti e utili.
Le proposte intervengono come se il territorio “vuoto” da insediamenti sia uno spreco di beni ambientali e territoriali. In questa logica si propone un’unica grande spalmatura di opere e insediamenti che favoriscano la crescita quantitativa dei capannoni e delle residenze.
L’idea che poggia sul capitale umano cognitivo e che punta a realizzare una crescita dimensionale sul valore aggiunto delle nostre produzioni in luogo dell’ipotesi di crescita quantitativa non è considerata.

Ilario Simonaggio, segretario generale Cgil Padova