Inceneritore: l’ora delle scelte

Legambiente ha inviato una lettera aperta al Sindaco, all’assessore all’Ambiente Bicciato, ad Amedeo Levorato, Presidente Bacino Padova 2 e a Cesare Pillon, Amministratore delegato AcegasAps in cui, prendendo spunto dallo studio di impatto ambientale sull’inceneritore di Camin e sulla terza linea in costruzione, chiede scelte nette e pubbliche. Legambiente chiede che sia data una risposta alla richiesta di chiudere la prima linea dell’inceneritore. Infatti lo studio di impatto ambientale mostra come, sviluppando ulteriormente la raccolta differenziata, la sola seconda e terza linea sono sufficienti a coprire il fabbisogno di smaltimento per il rifiuto secco di tutta la Provincia. Mantenere aperte tre linee collide con la raccolta differenziata nella provincia, la erode, rischia di contrarla, ne è concorrente. E in tempi di cambiamenti climatici conclamati, dovuti all’effetto serra, riciclare rifiuti significa risparmiare emissioni di gas serra, bruciarli no.

Ecco un’ampia sintesi dell’intervento di Amedeo Levorato.

Vorrei rispondere alle sollecitazioni di Legambiente sul tema della differenziata e del termovalorizzatore. Va precisato innanzitutto che Veneto e Padova sono all’avanguardia in termini di responsabilità sociale: prima regione e primo capoluogo oltre 150.000 ab. in Italia per raccolta differenziata negli ultimi tre anni. Il costo pro-capite annuo dello smaltimento rifiuti in Veneto è pari a 156,69 euro/anno, contro i 394,71 dell’Emilia Romagna, 249,84 della Toscana, 229 della Campania, 222 del Piemonte e 187,13 del Lazio. Quindi, si può dire che 10 anni dopo il Decreto Ronchi (1997-2008), la norma è stata applicata, la differenziata è cresciuta ed il costo è rimasto quasi fermo. Chi a Padova pagava 100 euro ogni 4 mesi nel 2001, oggi paga 106 euro – un risultato ben sotto l’inflazione, proprio grazie alla crescita della differenziata. (…). Confidiamo che con la creazione dell’Autorità unica provinciale i l risultato raggiunto venga mantenuto con l’apporto delle competenze ed esperienze maturate finora.

Oggi la provincia di Padova è autonoma per smaltimento, cioè tutti i rifiuti prodotti vengono trattati e smaltiti nel nostro territorio. Si pensi alla Campania e agli enormi costi straordinari pagati per risolvere l’emergenza, esportando i rifiuti! Quando – come in questi giorni – si parla tanto di federalismo, è indispensabile ricordare queste cifre per capire che l’Italia non è “tutta uguale”. Alcune regioni sono più efficienti, più ordinate, più rispettose delle norme di altre, specialmente se si tratta di tutelare ambiente e qualità della vita(…).

Chiarito che le nostre amministrazioni locali fanno meglio e più, in economicità ed efficienza, di ogni altra regione e città italiana, ritengo che la “lettera aperta” di Legambiente ponga una grande questione di civiltà. I Comuni del Bacino Padova 2 si impegnano da sempre per l’aumento della differenziata (…), per una sempre maggiore cura nella selezione delle frazioni, (…) per la chiusura dell’ultima discarica padovana, Ponte San Nicolò, per l’ammodernamento e la sicurezza del termovalorizzatore di Padova. L’impegno dei 20 comuni è da sempre unanime, diligente e privo di ogni differenza politica. L’agenzia, che presiedo dal 1999, rappresenta i Comuni, non è proprietaria degli impianti, ma negozia con il “gestore” dello smaltimento, Acegas Aps, prezzo e modalità di raccolta e smaltimento dei rifiuti e approva il piano impiantistico e la sua gestione. So no i cittadini dei comuni che pagano l’investimento del termovalorizzatore e la discarica, con la tariffa dei rifiuti, e si può dire che il rispetto di tutti i parametri di legge in termini di funzionamento ed emissione fumi viene garantito ad alto livello. Con la pubblicazione della Valutazione d’Impatto Ambientale e degli studi commissionati su S.Lazzaro, Comune ed Acegas Aps hanno chiarito la volontà di tutelare, sia in fase progettuale sia in esercizio, il rispetto delle regole. Personalmente ritengo che dovremmo rispettare e apprezzare l’azienda pubblica, che costruisce e gestisce questi impianti sulla base di una reputazione maturata in quarant’anni di storia, e non su promesse o stati di crisi, come avviene altrove. In questo clima ci sono le condizioni per maturare scelte consapevoli, inclusa una migliore gestione del termovalorizzatore e una riflessione sul destino delle sue linee “più anziane”.

Ma sono anche personalmente convinto che non basta ancora: bisogna passare ad una fase più precisa e intensa di differenziata: accordi con i produttori, intercettazione dei rifiuti a monte, riduzione degli imballaggi, selezione “pulita” con nuove tecnologie, modalità di raccolta più ordinate, specie per l’umido e nelle aree ad alta densità abitativa, che più producono rifiuti “indifferenziati” e sporchi. Serve un rapporto quotidiano migliore tra azienda e territorio (dialogo con amministratori di condominio, negozi e pubblici esercizi, responsabilizzazione di comitati e gruppi per l’ambiente), non solo “raccolta meccanica”. Ed infine la speranza che anche altre città e regioni ci seguano, altrimenti la spinta a fare di più rischia di diventare paradossale, nella pessima reputazione internazionale che l’Italia s’è fatta dopo la vicenda campana. La sensibilizz azione e il coinvolgimento dei cittadini, anche immigrati, cui lavoriamo da anni insieme al Comune e Legambiente, risulta essenziale per raggiungere l’obiettivo.

Amedeo Levorato – Presidente Bacino Padova2