Inquinamento elettromagnetico: che fare?

Lo scenario di Padova è quello di una città già notevolmente compromessa dal punto di vista dell’inquinamento e.m. a causa dell’elevatissimo numero di impianti on air, implementati soprattutto nel periodo 1999-2004, che costituiscono per ogni gestore una rete a maglie ormai molto strette, soprattutto nel centro cittadino e lungo gli assi di maggior traffico e scorrimento.
L’A.P.P.L.E. chiede con forza all’Assessore all’Ambiente, ai Settori competenti, al Consiglio Comunale, di prendere in considerazione le seguenti indicazioni relative all’approvazione del piano di installazioni 2007, di seguito esposte per punti:

IMPIANTI GIA’ RICHIESTI E RESPINTI CON PARERE CONTRARIO NEL 2006
Dare nuovamente parere contrario a tutti gli impianti/riconfigurazioni/aree di ricerca già richiesti nel 2006 e respinti in quanto non compatibili con le indicazioni del regolamento (artt.1-2-3-4), e più particolarmente in quanto ricadenti in aree di attenzione come definite dal “Regolamento Comunale” o nelle immediate vicinanze di esse o di siti sensibili o comunque sempre nelle vicinanze di altri impianti, non motivati tecnicamente dal gestore, incompatibili in quanto indurrebbero aumento dell’indicatore sintetico Arpav, con effetto contrario rispetto ai criterio di minimizzazione delle esposizioni;

NUOVI IMPIANTI RICHIESTI NEL PIANO 2007
Con lo stesso criterio esposto precedentemente, per quanto riguarda le rimanenti richieste di nuovi impianti/riconfigurazione/aree di ricerca/impianti per la trasmissione in standard DVB-H respingere tutte le richieste incompatibili con il Regolamento Comunale (artt.1-2-3-4) in quanto ricadenti in aree di attenzione (vicinanza siti sensibili, aree di particolare valenza ambientale o caratterizzate dalla presenza di fattori inquinanti che sinergicamente possono produrre effetti sanitari come ad es. PM10 polveri sottili, ecc) o dove i valori di c.e.m. sono già consistenti, o laddove l’ente gestore non abbia presentato le ragioni delle scelte delle nuove localizzazioni (art.4);

IMPIANTI PER LA TRASMISSIONE IN STARNDARD DVB-H
Per quanto riguarda gli impianti DVB-H si invita l’Amministrazione a conoscere meglio questa tecnologia prima che ne sia consentita l’implementazione, soprattutto al fine di conoscere gli effetti sulla salute della popolazione relativi alla frequenza utilizzata e di prendere in considerazione il fatto che tale tecnologia non è sicuramente assimilabile alle “opere di urbanizzazione primaria” . Si sottolinea inoltre che gli impianti richiesti dovrebbero essere implementati su siti con impianti SRB on air che insistono, nella quasi totalità dei i casi, su aree sature di impianti (con presenza di siti sensibili), che si configurano come problematiche anche dal punto di vista del traffico automobilistico, dell’inquinamento generale e presentano già valori di campo e.m. elevati che sarebbero ulteriormente aggravati dal contributo dell’impianto DVB-H. Non possiamo dimenticare inoltre che esiste una forte preoccupazione tra i consumatori circa le carenze legislative relative a qu esta tecnologia, in particolare per quanto concerne il controllo dei prodotti televisivi e dei contenuti che verranno trasmessi, in relazione alle fasce di popolazione protetta.

RICONFIGURAZIONI
Per quanto riguarda le richieste di riconfigurazione si chiede di dare parere favorevole alle SOLE richieste tecnicamente motivate (ART.4 regolamento) e solo laddove risulti che la modifica diminuisca l’impatto e.m., con il risultato, quindi, di una diminuzione del valore dell’ “indice sintetico” Arpav; questo può essere ottenuto anche, ai sensi di legge, tramite l’utilizzo delle migliore tecnologie disponibili. Va considerato che molte riconfigurazioni richieste non sono motivate e che l’ incremento dell’indice Arpav risulta significativo in siti critici dal punto di vista dell’impatto e.m., nelle vicinanze dei quali sono stati segnalati tramite esposto effetti sulla salute anche gravi.

L’ A.P.P.L.E. ringrazia l’Assessore all’Ambiente per la determinazione e l’impegno profuso sulle problematiche relative all’inquinamento elettromagnetico, il Settore Ambiente per il lavoro di catasto informatico e schedatura di tutti gli impianti e invita nuovamente l’Amministrazione Comunale a dotarsi gradualmente di una rete fissa di centraline di monitoraggio, indipendente dalle rilevazioni istituzionali eseguite dall’Agenzia Regionale, ed a prendere in considerazione la proposta da noi fatta a suo tempo, di promuovere la realizzazione di un “Osservatorio medico pilota” per monitorare gli effetti dell’esposizione ai c.e.m. sulla popolazione, mantenendo gli impegni presi con Comitati, Cittadini e Associazioni ambientaliste.
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dal documento A.P.P.L.E