La creatività  come strumento di contrasto alla violenza sulle donne

Il conflitto sociale tra i sessi ruota intorno alla disponibilità ed alla reciprocità, a dinamiche di dipendenza e a regole che definiscono i contenuti ed i limiti; si svolge in una condizione permanente tra le condizioni della libertà della persona e la responsabilità verso la relazione. Tale conflitto non elaborato produce violenza specialmente su donne e minori.

In quest’ottica, ben espressa dalla sociologa Franca Bimbi, la violenza si può inserire all’interno dei rapporti di disuguaglianza tra uomini e donne che hanno quindi origine nella società e nella cultura prima che negli individui, ed è dunque di tipo strutturale.

I rapporti tra uomini e donne sono in continua trasformazione, ma a tutt’oggi si definiscono all’interno di una società che mette in atto tecniche di riproduzione culturale e di socializzazione dei giovani e delle giovani, che presentano ancora caratteri di legittimazione delle relazioni aggressive e non informate alle pari opportunità.

Questa introduzione ci serve per sottolineare l’assoluta imparzialità del fenomeno della violenza di genere. In quasi dieci anni di lavoro con donne e minori vittime di maltrattamento noi operatrici della Cooperativa Sociale Iside ci siamo convinte chenon esista un tipo di donna maltrattata o di maltrattatore ma che si tratti sempre e comunque di un fenomeno trasversale sia per quel che concerne lo status sociale, il credo religioso piuttosto che la specifica cultura di provenienza; come del resto è confermato anche dalle ricerche statistiche più recenti.

In questo senso lavorare per produrre forme di contrasto alla violenza di genere significa non solo accogliere ed aiutare le vittime, ma anche lavorare con i territori, i cittadini, le scuole, per provocare, se non educare, a pensare in un’ottica di genere, valorizzando le differenze tra i sessi e gli individui.

Il pensiero creativo e propositivo è il primo strumento che utilizziamo nella nostra professione, perchè se c’è una costante che accomuna le vittime di violenza è il vissuto di impotenza, di immobilità, di anestesia.

Le donne che subiscono o che hanno subito maltrattamenti hanno spesso dimenticato questa creatività perché occupate continuamente a prevenire le esplosioni di violenza, per altro imprevedibili, del compagno violento.

Ogni giorno hanno perso un po’ del senso di autonomia, la stima di sé viene erosa gradualmente e la percezione del sé e dell’altro volge verso l’idea di dipendere da una persona che sembra onnipotente. La spirale della violenza non coinvolge solo le donne, ma anche i/le loro figli/e che diventano i/le testimoni della graduale distruzione della donna/madre da cui dipendono, testimoni della ridicolizzazione, dell’umiliazione, delle botte che arrivano. Figli/e che giunti all’età adulta, conoscono solo rapporti “d’amore” violenti, e che apprendono l’odio dei sopravvissuti e in quanto tali vivono tenendosi a galla, con la creatività e la fantasia spente, spesso ricreando relazioni violente o distruttive. Qual è il costo sociale di tutto questo?

L’ascolto e la restituzione della credibilità alla donna, cioè il riconoscimento del suo disagio e della sua storia sono fondamentali. Nel tempo la donna scopre la possibilità di parlare, di uscire dal silenzio forse per la prima volta, e quindi di dare un nome, violenza, a ciò che ha subito.

Le operatrici propongono e coinvolgono le donne in attività culturali, ricreative e formative, creando e saggiando nuovi modi di esserci. Ritrovare la creatività consiste, quindi, nell’inventarsi strategie sempre nuove e uniche in un’ottica di scambio.

È partendo da questi presupposti che è possibile iniziare a lavorare con la donna maltrattata quale protagonista del suo percorso di uscita da una situazione di violenza.

Ogni donna, con la sua storia e il suo vissuto, è unica, e il progetto costruito e condiviso con noi operatrici non può che essere ugualmente unico.

Per informazioni scrivere a isidecoop@hotmail.com.

Vi segnaliamo inoltre che a Padova è attivo lo Sportello Donna. Per informazioni, ascolto, accoglienza, sostegno legale e psicologico rivolgersi al suddetto sportello in Piazza Capitaniato 19, tel. 049-8205017 (ndr).

Genny Giordano – Vicepresidente Cooperativa Sociale Iside