LA REGIONE VENETO AFFONDA IL TRASPORTO PUBBLICO
Tolti 8 Mln di euto al finanziamento dei servizi locali. Niente per il tram

“A parole ridurre le emissioni climalteranti e quelle di PM10 sono una priorità di tutti. Ma nei fatti nel Veneto accade il contrario” A denunciarlo è Lucio Passi, Coordinatore di Legambiente Padova a fronte della finanziaria regionale 2008, che ancora una volta punta con 200 mln di euro a costruire nuove strade ed affonda il trasporto pubblico, tram compreso.
 
Il taglio della Regione Veneto riguarda Padova in prima persona: infatti penalizza anche il tram. Infatti il tram costa al km più del servizio dei bus, circa il doppio. Pur considerando l’aumento del numero dei passeggeri (+ 5%) serve un contributo di circa 4,8 euro al km, in un anno sono 2.300.000 euro, che dalla Regione non arrivano.
 
“L’assurdo è che da un lato si chiede ai Comuni di investire in modo strutturale a favore del trasporto innovativo, ecologico e di qualità e poi ci si gira dall’altra parte quando questo significa investimenti maggiori” rincara Passi,
 
Con  8 milioni in meno dello scorso anno, la finanaziaria 2008 torna ai valori del 1997-2004 (200 mln in cassa), quando la Regione Veneto metteva a disposizione dei Comuni e delle Provincie uno dei contributi più bassi in Italia per far funzionare il trasporto pubblico, quel 1,20 euro maggiore solo a quanto investe la Sardegna, Basilicata, Umbria e Molise, ben lontano dal 1,8-1,9 euro di Lombardia, Lazio e Piemonte.
 
Da 11 anni in Veneto di certo non vi è mai stato nulla se non il disinteresse della regione e lo sforzo delle singole aziende.
 
Infatti in linea con quanto previsto dalla legge le aziende riescono a coprire con la vendita dei biglietti ben il 42% dei costi di esercizio, superando il limite minimo imposto, che prescrive almeno il 35%. Tra queste aziende virtuose c’è l’APS che si attesta tra il 40 e 41%, mentre il contributo della Regione, fermo ai valori del 1997, non arriva al 50%. Il resto è buco di bilancio, necessità di operare tagli, impossibilità di incrementare le corse o le frequenze a meno che non intervenga con propri fondi l’Ente Locale.