La sicurezza idraulica nel territorio padovano

Il 25 novembre scorso si è svolto, per iniziativa del Comune di Padova, un interessante convegno dedicato alla sicurezza idraulica del territorio padovano. Tutti i relatori hanno sottolineato la precarietà della situazione idraulica della nostra città. Molti quartieri sono soggetti a frequenti allagamenti a causa di un sistema fognario inadeguato, che non può far fronte all’indiscriminata urbanizzazione e cementificazione dei suoli urbani operata negli ultimi decenni; ma, più in generale, tutto il nostro territorio permane a rischio inondazioni ove si verificassero condizioni di piovosità eccezionali quali quelle del novembre 1966.
Come ha spiegato l’ingegner Tiziano Pinato del Genio Civile, se a Padova negli ultimi anni non si sono verificati disastrosi eventi calamitosi è solo in virtù del fatto che le onde di piena del fiume Bacchiglione non hanno coinciso con quelle del fiume Brenta: attraverso il complesso sistema di canali di collegamento realizzato nei secoli passati (Bretelle e San Gregorio- Piovego) è quindi stato possibile far defluire, nei momenti di crisi, parte delle acque di piena da un bacino idrografico all’altro.
Una fortunata coincidenza di eventi che però non offre alcuna garanzia per il futuro: come dimostrano gli studi del professor Luigi D’Alpaos, se il regime di piena interessasse contemporaneamente i due fiumi le acque del Brenta si riverserebbero sul Piovego e, tracimando, provocherebbero l’allagamento di tutti i quartieri nord della città, mentre quelle del Bacchiglione esonderebbero subito a sud della città.
L’aspetto però più preoccupante, e quasi incredibile, emerso dal convegno (ed in particolare dalla relazione dell’Assessore regionale all’Ambiente Giancarlo Conta) è che a fronte di questa dichiarata situazione di gravissimo rischio idraulico nessuna autorità (Magistrato alle Acque, Regione Veneto e Autorità di Bacino) si è preoccupata sino ad oggi di predisporre un piano di opere strutturali atto a contrastarlo. Gli ultimi interventi strutturali risalgono a più di un secolo fa, mentre in questi anni si è operato – peraltro con fondi insufficienti – solo con interventi di manutenzione dell’esistente e quasi esclusivamente per far fronte alle emergenze connesse all’inadeguatezza del sistema fognario urbano (in particolare pulitura del canale Fossetta e previsione di uno scolmatore di piena per scaricare – in caso di forti piogge in area urbana – parte delle acque dei quartieri nord di Padova nel fiume Brenta).
Di tutto questo crediamo si debba assolutamente tener conto nella gestione dell’urbanistica padovana, sottoponendo ogni nuova prevista urbanizzazione ed edificazione ad una preventiva valutazione di compatibilità idraulica (oltre che di valutazione di compatibilità con il sistema di depurazione urbano, che ci risulta coprire attualmente non più del 35 % delle utenze).
Ma soprattutto riteniamo che la valutazione del rischio e della sicurezza idraulica debba divenire uno degli aspetti centrali nell’elaborazione in corso dei nuovi strumenti urbanistici (PTP – Piano Territoriale Provinciale, PATI – Piano di Assetto Territoriale Intercomunale e PAT – Piano di Assetto Territoriale Comunale).

In assenza di piani alternativi, è quindi urgente riaprire il dibattito pubblico sull’opportunità di completare l’Idrovia Padova-Mare, che secondo gli studi del professor D’Alpaos potrebbe fornire un ausilio essenziale per la stabilizzazione del bacino del Brenta e per la stessa rinaturalizzazione della laguna veneta.
Un’opera che, ove fosse resa idonea alla 5.a categoria di navigabilità, potrebbe altresì assorbire una quota significativa del trasporto merci riducendo i già insostenibili livelli d’inquinamento indotti dal traffico su gomma, nonché costituire una importante dorsale ecologica per un organico disegno di riqualificazione paesaggistica ed ambientale del territorio veneto. Non possiamo pertanto che ribadire la nostra assoluta contrarietà al progetto della Regione Veneto che prevede di sostituire l’Idrovia Padova – Mare con una strada camionabile, attorno alla quale edificare nuovi insediamenti industriali: un progetto che purtroppo, proprio in questi giorni, il presidente della Regione ha dichiarato di voler sostenere con apposito stanziamento nell’ambito della finanziaria regionale 2006.

Sergio Lironi, Pres. di Legambiente Padova