Un Parco dovrebbe qualificarsi perché fa rispettare i vincoli di tutela e perché contemporaneamente sa sviluppare qualificanti progetti di valorizzazione.
Uno dei settori di maggior interesse per questi ultimi dovrebbe riguardare la mobilità e a sua volta all’interno di questa un ruolo particolare dovrebbe averlo la ciclabilità. L’incentivazione dell’uso della bicicletta potrebbe avere positive ricadute sia per quanto riguarda l’educazione a capire e ad apprezzare meglio ambiente e paesaggio che per quanto riguarda la possibilità di indurre tutta una serie di attività economiche compatibili.
Strategico in questa ottica è certamente quel progetto che tutte le associazioni ambientaliste stanno sollecitando da quasi 15 anni: l’anello ciclabile pedecollinare. Un percorso che oltre ad un eccezionale interesse di per se stesso faciliterebbe numerosi collegamenti, a raggiera, con altre interessanti realtà della nostra provincia.
Purtroppo siamo ancora ben lontani dal vedere realizzato questo “sogno”. Qui il “partito del non fare” è clamorosamente rappresentato da tutte le amministrazioni pubbliche interessate, il Parco in testa. Per progetti (spesso malfatti) e per vari interventi parziali si sono già spese finora somme consistenti, ma solo la parte sud dell’anello è percorribile, anche se in condizioni certo non ottimali.
Per la parte nord, che lambisce tra l’altro tutta la zona termale, siamo ancora allo studio del progetto: non aver voluto ascoltare proposte e suggerimenti delle Associazioni ha portato a un ritardo ingiustificabile. Solo in questi ultimi giorni con la firma di un accordo di programma è stato approvato il progetto definitivo, peraltro per vari motivi ancora discutibile.