Stesso inquinamento, politici diversi. Ma la Pianura Padana e’ un’unica camera a gas. Legambiente: “ce n’è per mille carnevali”
“Il Pm10 imperversa da alcuni giorni in tutta la pianura padana. Da 16 dicembre in poi è un’emergenza continua. Per esempio il 18 novembre si sono registrate concentrazioni che superavano i 100 microgrammi a Torino, Milano, e in altre città lombarde e piemontesi, quasi agli stessi livelli nelle città venete, ed erano solo un po’ più bassi in Emilia (limite di legge giornaliero;50 microgrammi + 5 di tolleranza D.M.A 60/02). A Padova, però, e nel veneto in generale, grazie probabilmente alle targhe alterne si sono abbassati il 19 e 20 scorsi, per tornare oggi nuovamente sopra i limiti di legge in praticamente tutti i capoluoghi veneti. Eppure non si registra nessun elemento nuovo nella lotta contro questo venefico inquinante. Padova, è il suo coraggioso provvedimento che comporta due giorni di targhe alterne è stata isolata. In generale, ancora una volta, assistiamo all’affastellarsi si sporadici provvedimenti di facciata, ma l’inquinamento da micropolveri è endemico ormai da quattro anni, e copre la maggioranza delle giornate di un anno. L’anno scorso 201 giorni su 356 a Padova hanno sfondato il limite giornaliero di legge. E Padova “è solo” la decima città più inquinata d’Italia, dalle micropolveri, sopravanzata da Vicenza e Verona, nella ragione veneto. “Il reiterasi dell’emergenza non ha portato né Regioni né Capoluoghi importanti a realizzare provvedimenti strutturali- è questo l’amaro commento di Lucio Passi, della segreteria regionale di Legambiente Veneto.” Come noto i provvedimenti antismog sono locali: dipendono da come le regioni hanno legiferato, da come si sono rapportate a province e comuni, e da come questi ultimi intervengono. C’è molta attenzione e dibattito sui giornali milanesi, in vista della domenica a piedi (blocco totale) delle città lombarde. Ma nel veneto registriamo l’ennesimo diktat dei commercianti che a Padova hanno ottenuto di eliminare due settimane di targhe alterne a dicembre, probabilmente da recuperare a fine marzo e aprile. Quand’è che commercianti e amministrazioni vorranno mettersi permanentemente attorno ad un tavolo con tutti i soggetti territoriali che hanno a che fare con l’inquinamento, al fine di diminuirlo? Per l’inflazione, alcuni anni fa si fece così. Con successo. Perché non con l’aria cattiva?