Ho letto con interesse le dichiarazioni di Legambiente in materia di tram, ed ovviamente non c’è alcun dubbio che come Verdi padovani concordiamo in pieno sulla necessità di eliminare il più possibile la promiscuità tram-auto private e reintegrare invece la possibilità (negata in fatto e con appositi divieti) per i mezzi non inquinanti per eccellenza (le biciclette) di circolare nella tratta interessata dal SIR 1. Le osservazioni che Legambiente fa sul tema sono sempre state anche le nostre, e altrettanto ovviamente, lo ribadiamo sempre, anche se dovrebbe essere superfluo, noi siamo per il potenziamento del trasporto pubblico, per l’introduzione di mezzi ecologici, per disincentivare e/o interdire il traffico veicolare privato.
Il tram di Padova, con tutta la sua storia ingombrante, non può convivere con il traffico automobilistico privato per buona parte della tratta e questo è evidente, se non penalizzando, come viene fatto ora, biciclette e pedoni; ed è vero, poi, che è un controsenso introdurre un mezzo come quello in sperimentazione a Padova (che, innegabilmente, ha creato e crea disagi per i cittadini, tra cantieri e modifiche alla circolazione) se non in funzione di un poderoso stop al traffico veicolare su quattro ruote.
Ma non ci sentiamo, proprio per questo, di ignorare la situazione affatto rosea e tutta da verificare sotto il profilo della sicurezza: il tram potrà effettivamente contribuire a decongestionare questa città da traffico ed inquinamento solo in quanto mezzo affidabile, utilizzato e idoneo a soddisfare le esigenze di chi usa il trasporto pubblico. Oggi così non è, il tram circola vuoto, dopo l’ultimo incidente e noi ci siamo limitati, doverosamente, a prenderne atto ed a chiedere una verifica ulteriore e doverosa in materia di sicurezza non bloccando il tram, ma sperimentandolo in termini di sicurezza ulteriormente, alla luce di quanto è già successo (e a noi pare veramente troppo) senza i cittadini a bordo.
O dobbiamo chiedere ai cittadini di Padova di continuare a far le cavie per Messiè Lohr , che aveva garantito che questo mezzo è “inderragliabile”? O dobbiamo continuare fideisticamente a sperare nella commissione di sicurezza, il cui Presidente non è a conoscenza del funzionamento delle spie d’allarme sul mezzo e dichiara candidamente di non aver sentito dopo l’incidente (e prima delle prescrizioni impartite) l’autista del mezzo incidentato sabato 5 maggio? O, per concludere, dobbiamo prestarci a far “sviare” le colpe sui lavoratori del trasporto pubblico locale?
Anche di questo, purtroppo, è necessario discutere; anche queste sono questioni fondanti da dirimere sul trasporto pubblico padovano, proprio perché siamo convinti che vada veramente potenziato e reso efficiente. Su questi temi stiamo organizzando un momento di dibattito pubblico, e saremo felici di discuterne insieme.
Aurora d’Agostino, Federazione dei Verdi di Padova