NUCLEARE: ACEGAS-APS LASCI PERDERE L’ATOMO E PUNTI SULLE RINNOVABILI

Legambiente invita l’amministratore delegato di Acegas, dopo le dichiarazioni rese ieri, ad un ripensamento sul nucleare ed ad investire sulle energie rinnovabili.

Il nucleare infatti è costoso e controproducente. Ha bisogno di enormi investimenti e richiede l’intervento dello Stato e ingenti sussidi. Secondo il MIT di Boston negli ultimi 4 anni il costo per KW installato è salito da 2.000 a 4.000 dollari. Gigantesca è la spesa per lo smaltimento delle scorie radioattive e per lo smantellamento delle centrali. la tecnologia nucleare è un autentico buco nero finanziario e rischia di sottrarre risorse fondamentali allo sviluppo delle vere soluzioni al cambiamento climatico. Per ogni euro investito in energie rinnovabili si ottengono riduzioni di gas serra fino a 11 volte maggiori di quanto è possibile fare con il nucleare. Infine il nucleare è inquinante e pericoloso.

Il problema delle scorie radioattive ancora oggi non ha trovato una soluzione definitiva in nessun Paese al mondo. Non esiste poi nessuna tecnologia che possa escludere il rischio di proliferazione di armi atomiche o quello di un incidente nucleare. Oltre al disastro di Chernobyl del 1986, ci sono stati altri gravi incidenti, tra cui quello di Three Miles Island negli Usa del 1979 o di Tokaimura in Giappone del 1999 o quello della centrale francese di Tricastin nel 2008, che ha causato la fuoriuscita di circa 30mila litri di acqua contaminata radioattivamente.

 

  • Il nucleare non serve all’Italia

Costi, sicurezza, tecnologia e tempi: ecco perché l’atomo è una falsa soluzione in un dossier di Greenpeace, Legambiente e WWF

Il nucleare è la fonte energetica più costosa che ci sia. Non ha risolto nessuno dei problemi di smaltimento delle scorie e di sicurezza degli impianti. Non è la risposta al mutamento climatico. Per Greenpeace, Legambiente e WWF la soluzione per fermare la febbre del pianeta e ridurre la bolletta energetica italiana è molto più semplice dell’opzione nuclearista rilanciata dal ministro Claudio Scajola: è fondata sul risparmio, sull’efficienza energetica e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili. Semplicemente perché è la via più immediata, più economica e sostenibile.

 

  • Non è vero che il nucleare sia economico

    In questi giorni in cui si è aperto il dibattito sul possibile ritorno del nucleare in Italia l’ENEL ha fornito dati di costo per la produzione di energia dell’atomo al kW del tutto differenti da quanto stimato in giro per l’Europa o nel mondo finanziario. Si va dai 1.800-2.000 euro al kW per ENEL ai 3.150-3.750 di E.On, il colosso tedesco dell’energia, fino ai 4.600 dell’agenzia finanziaria Moody’s Investors Service.
    Inoltre il rapporto di Legambiente evidenzia che negli ultimi 15 anni il nucleare già costa, e molto, al contribuente: infatti rappresenta la principale voce di spesa della ricerca italiana in campo energetico: assorbito il 53% dei fondi, contro il 10% destinato per lo sviluppo delle rinnovabili.

     

  • L’atomo contro l’effetto serra?
Non è vero che il nucleare sia la risposta ai cambiamenti climatici. In Italia, scegliere l’opzione nucleare significherebbe mettere una pietra tombale su qualsiasi prospettiva di riduzione delle emissioni di CO2. Nella migliore delle ipotesi, senza incontrare quindi nessun problema nella localizzazione e nella costruzione delle centrali, il primo impianto entrerebbe in funzione tra almeno 10 anni.

 

La valutazione condotta dal WISE è che per conseguire l’obiettivo di Kyoto per l’Unione Europea occorrerebbero 72 centrali da costruire prima del 2012.

 

  • Non è vero che il nucleare di oggi sia sicuro
Sulla sicurezza degli impianti ancora oggi, a oltre 22 anni dall’incidente di Chernobyl, non esistono garanzie per l’eliminazione del rischio di incidente nucleare e la conseguente contaminazione radioattiva. Nella migliore delle ipotesi discusse a livello internazionale, con esiti positivi di tutti i possibili sviluppi tecnologici attualmente in fase di ricerca, si parla del 2030 per vedere in attività la prima centrale di quarta generazione. Ma le dichiarazioni di Scajola mostrano che nemmeno lui crede alla IV Generazione (“aspetteremo il 2100): una ammissione che il nucleare sicuro è utopia.

 

  • Scorie: di nuovo a Scanzano?
Non esistono ad oggi soluzioni concrete al problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi derivanti dall’attività degli impianti o dalla loro dismissione. Le circa 250mila tonnellate di rifiuti altamente radioattivi prodotte finora nel mondo sono tutte in attesa di essere conferite in siti di smaltimento definitivi. Lo stesso vale ovviamente anche per il nostro Paese che conta secondo l’inventario curato da Apat circa 25mila m3 di rifiuti radioattivi, 250 tonnellate di combustibile irraggiato, a cui vanno sommati i circa 1.500 m3 di rifiuti prodotti annualmente da ricerca, medicina e industria e i circa 80_90mila m3 di rifiuti che deriverebbero dallo smantellamento delle nostre 4 centrali e degli impianti del ciclo del combustibile. Con quale procedura e garanzie avremo la localizzazione del sito? Sappiamo già la risposta: tornare a Scanzano Jonico.

 

  • Jeremy Rifkin: riflessioni sul perchè dire no al nucleare
L’economista di fama mondiale, in una recente intervista pubblicata su Repubblica a cura di Riccardo Staglianò, sostiene che le centrali sono una “soluzione di retroguardia” e non risolveranno il problema, meglio l’energia fai-da-te. L’economista, oltre a ragionare su costi economici, scoririe, uso di risorse prime, apre una riflessione sulle differenze tra “modelli energetici élitari e altri democratici. Il nucleare è centralizzato, dall’alto in basso, appartiene al XX secolo, all’epoca del carbone. Servono grossi investimenti iniziali e altrettanti di tipo geopolitico per difenderlo”.
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  • Ulteriori approfondimenti:

 

 

 

Mondo in Cammino e  il Progetto Humus annunciano, con grande commozione, la morte del prof. Vasily Nesterenko, avvenuta il 25 agosto 2008. Fortemente irradiato durante il disastro di Chernobyl (aveva sorvolato in elicottero il blocco IV in fiamme), ha continuato (fondando Belrad) a combattere contro la disinformazione su Chernobyl per l’affermazione della verità e per denunciare la pericolosità del nucleare…