Oltre l’ozono il PM10 è ancora presente, nuovamente a 50 microgrammi anche oggi. L’Italia può risparmiare fino a 28 miliardi di euro l’anno riducendo le morti per inquinamento atmosferico è questo il messaggio che viene dall’OMS. I dati indicano che il PM aumenta il tasso di mortalità legato ai disturbi cardio-vascolari e respiratori. Una crescita delle concentrazioni di PM, anche se registrata su un breve arco di tempo, innalza il rischio di ricoveri d’emergenza legati a cause cardio-vascolari e respiratorie. Posto che una esposizione protratta nel tempo al PM10, ma in particvolare a PM2,5 risulta particolarmente dannosa per la salute umana e accorcia l’attesa di vita, la riduzione delle concentrazioni e delle esposizioni al PM a lungo termine diventa una priorità.L’implementazione delle politiche esistenti relative alla riduzione delle emissioni, determinerebbe anche importanti risparmi economici. Nella UE, con la diminuzione della mortalità legata alla riduzione del PM fino all’anno 2020, si stima che si avrebbe un vantaggio monetario annuo compreso tra i 58 e i 161 miliardi di euro, mentre con la diminuzione delle malattie dovute al PM si risparmierebbero intorno ai 29 miliardi di euro l’anno. In Italia le cifre relative oscillerebbero da 9 a 23 miliardi di euro l’anno e fino a 5 miliardi di euro l’anno, rispettivamente. Calcolando insieme il costo degli anni di vita persi, si arriverebbe a risparmiare fino a 28 miliardi di euro l’anno. Maggiori benefici si otterrebbero se ulteriori misure non incluse nella presente legislazione ma tecnicamente realizzabili fossero implementate.
Gli studi effettuati non sono stati capaci di individuare una soglia di concentrazione al di sotto della quale il PM non produca effetti sulla salute. La riduzione dei livelli di PM ai valori limite stabiliti dalla Commissione Europea per il 2005, nonostante rappresenti una misura cruciale a vantaggio della salute, non eliminerà tutti gli effetti significativi dell’esposizione al PM. Ciò significa che è importante ridurre l’inquinamento da PM più di quanto sia previsto dall’attuale legislazione e per farlo metodi efficaci esistono già.
“Le attività per la gestione della qualità dell’aria a livello locale, regionale e nazionale – afferma Lucio Passi di leambiente – vanno potenziate allo scopo di migliorare la qualità dell’aria nelle città. Adottare misure come quelle per la gestione del traffico o la progettazione delle aree urbane ad un livello unicamente locale, potrebbe rivelarsi molto efficace per la riduzione dell’esposizione di coloro che vivono nei “punti caldi”, ma non altrettanto per la protezione della società tutta. Promuovere soluzioni alternative ai mezzi di trasporto privato motorizzati, con particolare riguardo ai mezzi pubblici e non motorizzati, come i treni, le biciclette e la pratica di camminare, potrebbe provocare nei cittadini un cambiamento comportamentale e ridurrebbe la congestione del traffico influenzando le tendenze di lungo periodo nella domanda del trasporto e nelle emissioni inquinanti.
Ulteriori misure – quali il miglioramento del rendimento energetico, l’impiego di carburanti più puliti nelle abitazioni, nelle industrie e nelle automobili, e l’utilizzo di filtri, come quelli per il particolato – sono a loro volta importanti per la riduzione dell’inquinamento e dell’esposizione della popolazione. Tuttavia, da sole non sono sufficienti se la società non si impegna per un’aria più pulita. La pianificazione a lungo termine, gli incentivi fiscali, le misure legislative ed il dialogo con il pubblico sono tutte azioni necessarie per raggiungere tale obiettivo.
LegambientePd – Rina Guadagnini 3480028186