“Il valore per la protezione della salute umana dall’ozono, che è di 120 microgrammi per metro cubo d’aria, ha superato il limite massimo annuale sancito per legge, che è di 25 giorni anche Padova est “- dichiara Lucio Passi, responsabile delle politiche antismog di Legambiente Padova. Il 18 luglio la stazione di rilevamento Arpav di via Internato Ignoto ha registrato 27 giorni di superamenti, mentre alla stessa data quella di via Carli ben 42.
La stazione di rilevamento Arpav della Mandria, rappresentativa della media cittadina, il 18 luglio ha registrato 45 superamenti: aveva superato il limite annuale il 19 giugno in netto anticipo rispetto al 2020 al 2021 quando il limite massimo annuale fu superato il 3 e 5 luglio. In giugno e luglio a Padova, l’aria inquinata dall’ozono è risultata fuorilegge più di un giorno su due”.
“L’ozono – ricorda Passi -si forma quando ossidi di azoto e composti organici volatili prodotti principalmente dai processi di combustione come il traffico, reagiscono a causa della intensa presenza della luce del sole. L’esposizione all’ozono provoca l’infiammazione del sottile strato di cellule che riveste le vie respiratorie e concorre ad aggravare l’asma e altre patologie respiratorie, quali enfisemi e bronchiti, polmoniti. Secondo l’Agenzia Europea dell’ambiente le morti premature in Italia per l’ozono sono ogni anno oltre 3.000. Per cercare di cautelarsi se possibile evitare prolungate esposizioni all’aperto dalle 10 alle 18, soprattutto in queste ore evitare attività fisiche affaticanti (passeggiate in bicicletta, gare, attività sportive in genere) che comportano un aumento dell’impegno respiratorio.
“Per combattere le cause dell’ozono serve – sottolinea l’esponente di Legambiente – riorganizzare la mobilità. A partire dagli interventi più semplici ed economici: favorire le bici e diffondere la micro mobilità elettrica, rivedere la politica della sosta potenziando i parcheggi scambiatori, avviare la bicipolitana. Mentre aspettiamo le nuove linee tranviarie va potenziato il servizio degli autobus rendendoli più frequenti”.
“Ma l’Ozono – conclude Passi -non si combatte solo con la mobilità sostenibile. Bisogna mantenere ed aumentare il verde, che invece a Padova scarseggia, soprattutto quello pubblico realmente fruibile. Verde ed alberi sono fondamentali per calmierare l’Ozono, Svolgono un importantissimo lavoro di filtraggio eseguito soprattutto dalle foglie. Utilissime sono quindi le aree verdi nelle zone urbane e periurbane che fungono da depuratori naturali. Funzione che può assolvere l’area dell’ex Caserma Prandina trasformata in parco, quella del Basso Isonzo, e il più vasto progetto del parco agro paesaggistico periurbano”.