A Padova, il 23 scorso, l’Ozono ha doppiato, con 50 giorni fuorilegge, il limite massimo di giorni di superamento del valore per la protezione della salute umana, che, per legge è di 25 giorni all’anno.
“E siamo già andati oltre – dichiara Lucio Passi, responsabile politiche antismog di Legambiente Padova – infatti il 25 luglio sono stati registrati dalla stazione di rilevamento Arpav della Mandria, rappresentativa della media cittadina, 52 superamenti.
Se a questi aggiungiamo quelli del Pm10, nel 2022, fino ad oggi un giorno su tre è risultato inquinato.
Un ulteriore elemento di preoccupazione è che il “doppiaggio” si è verificato in anticipo rispetto agli anni scorsi. Più di un mese rispetto all’analogo evento del 2021 che si verificò il 26 agosto. Nel 2020 i 50 giorni furono raggiunti il 13 agosto e nel 2019 il conteggio si fermò a 40 superamenti”.
“L’ozono – ricorda l’esponente di Legambiente -si forma quando alcuni inquinanti prodotti principalmente dai processi di combustione come il traffico, reagiscono all’intensa luce solare.
L’esposizione all’ozono provoca l’infiammazione del sottile strato di cellule che riveste le vie respiratorie e concorre ad aggravare l’asma e altre patologie respiratorie, quali enfisemi e bronchiti, polmoniti. Secondo l’Agenzia Europea dell’ambiente le morti premature in Italia per l’ozono sono ogni anno oltre 3.000. Alla luce di queste evidenze chiedo ai decisori politici: perché nei mesi freddi si attuano, giustamente, misure di contenimento del traffico e invece il rischio l’Ozono viene ignorato?
E a proposito di provvedimenti antismog dall’1 ottobre, finalmente i veicoli diesel Euro 4, dovranno restare fermi anche con il semaforo verde. Meglio tardi che mai, perché Il blocco stagionale dei diesel euro 4, vecchi ormai di 15 anni, era previsto partisse il 1° ottobre 2020, ma è stato ingiustificatamente prorogato per ben due anni”.
“Per combattere l’Ozono serve – conclude la nota di Legambiente – riorganizzare la mobilità. Favorire le bici e diffondere la micro mobilità elettrica, rivedere la politica della sosta potenziando i parcheggi scambiatori, avviare la bicipolitana. Mentre aspettiamo le nuove linee tranviarie va potenziato il servizio degli autobus rendendoli più frequenti. Ma l’Ozono si combatte mantenendo ed aumentando il verde, vero depuratore naturale, ma che a Padova scarseggia, soprattutto in centro. Perciò ci battiamo affinchè l’area dell’ex Caserma Prandina sia trasformata in parco”.