OZONO: SUPERATO IL LIMITE ANNUALE 2023

PADOVA FUORILEGGE DA 20 ANNI CONSECUTIVAMENTE
LEGAMBIENTE: “PIU’ VERDE E PARCHI  PER CONTENERE SMOG E ONDATE DI CALORE”

“Il valore per la protezione della salute umana dall’ozono, che è di 120 microgrammi per metro cubo d’aria, ha superato ieri il limite massimo annuale sancito per legge, che è di 25 giorni “- dichiara Lucio Passi, responsabile delle politiche antismog di Legambiente Padova. L’11 luglio 26 superamenti sono stati registrati dalla stazione di rilevamento Arpav della Mandria, rappresentativa della media cittadina. Limite superato anche nelle altre centraline Arpav che lo monitarono a Padova: quella di via Carli  con 26 superamenti e quella di via Internato Ignoto con 27”.

Dal 2004 (cioè da quando l’Arpav fornisce i dati sul limite per la protezione umana), la nostra città ha sempre superato la soglia annuale: nel 2023 Padova è  ancora una volta fuorilegge per l’ozono ed entriamo nel ventesimo anno consecutivo di illegalità. .

 “E’ evidente  – continua Passi – la correlazione con la crisi climatica.  Infatti l’ozono si forma quando alcuni inquinanti prodotti principalmente dai processi di combustione, come il traffico, reagiscono all’intensa luce solare: non a caso i superamenti sono più numerosi durante la permanenza dell’anticiclone, oggi sempre più spesso quello africano, che porta con se le ondate di calore.  Ozono e ondate di calore, aggravate dal fenomeno delle isole di calore urbane, sono un cocktail micidiale, perché entrambe colpiscono, potenziandosi l’un l’altra, le fasce più fragili dei cittadini: soggetti con patologie polmonari e cardiologiche, anziani e bambini. Senza dimenticare, chi svolge attività lavorativa e fisica all’aperto.  La quantità di verde, urbano e periurbano, gioca un ruolo centrale per contenere Ozono e ondate di calore. Bisogna mantenere ed aumentare il verde, che invece a Padova scarseggia, (soprattutto quello pubblico realmente fruibile). Verde ed alberi sono fondamentali per calmierare l’Ozono, Svolgono un importantissimo lavoro di filtraggio eseguito soprattutto dalle foglie. Utilissime sono quindi  le aree verdi nelle zone urbane e periurbane che fungono da depuratori naturali. Funzione che può assolvere l’area dell’ex Caserma Prandina trasformata in parco, quella del Basso Isonzo, e il più vasto progetto del parco agro paesaggistico la cui attuazione è oggi minacciata dal progetto del nuovo hub logistico della società Alí a Granze di Camin”.

“Infine – conclude Passi – non vanno scordati gli interventi sulla mobilità, una delle fonti più importanti degli inquinanti precursori dell’ozono. Dal favorire le bici avviando anche la bicipolitana, al diffondere la micro mobilità elettrica, dalla revisione della politica della sosta potenziando i parcheggi scambiatori, al road pricing. E mentre aspettiamo le nuove linee tranviarie va potenziato il servizio degli autobus rendendoli più frequenti”.