Patria. Un’idea per il nostro futuro

Gli autori, Emanuele Conte e Roberto Della Seta, ripercorrono la storia dell’idea di patria dall’antica Roma fino alla modernità, mettendo in evidenza che "patria" ha sempre evocato un’appartenenza legata a valori, a obiettivi comuni, piuttosto che a elementi dati e statici come il sangue, la lingua, la religione. Così nella "communis patria" romana, così nel vincolo di fedeltà dinastica che legava i sudditi di tutte le monarchie nazionali nate in Europa nel Medio Evo, così nella "res publica" dei comuni italiani. Questo stesso è stato il segno anche del patriottismo democratico, che da Mazzini a molti socialisti, dal sionismo al Partito d’azione, ha costantemente evocato una sensibilità progressista, solidarista, di sinistra, e un’idea di appartenenza patriottica vista come funzionale, non certo opposta, all’universalismo dei diritti e dei valori fondamentali.

A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, patria e patriottismo sono stati oscurati da una parte dall’affermazione del nazionalismo – che si regge invece su una nozione "biologica" e dunque esclusiva ed escludente di patria – dall’altra dall’imporsi nella sinistra della cultura marxista che considerava l’amore di patria una tipica sovrastruttura borghese.

Anche nella sinistra italiana patria è stata a lungo una parola quasi impronunciabile, mentre in molti hanno teorizzato che gli italiani – per i loro tratti irrimediabili di particolarismo e di familismo – sarebbero sostanzialmente inadatti a sentirsi una patria.

Conte e Della Seta provano a dimostrare, invece, che alcuni dei caratteri più originari e originali dell’italianità – la tradizione civica nata con i "municipia" romani e poi fiorita con i comuni, la vocazione alla convivialità che è anche attenzione al "buon vivere" e ai beni comuni – si presterebbero assai bene a fondare una forte identità patriottica, basata sulla percezione di appartenere tutti come italiani a una stessa comunità e a uno stesso destino. Di più, questa idea italiana, molto più "progettuale" che etnica, di patria, è anche la più adatta a declinare su basi più aperte e più inclusive, il concetto di cittadinanza, a partire dal principio che chi nasce, cresce, diventa cittadino in Italia va considerato italiano qualunque sia la sua origine familiare. 

Se finora in Italia la patria è stato un tema, un valore dimenticato, ciò dipende in larga misura dall’inadeguatezza delle classi dirigenti (in senso lato) che molto raramente nei centocinquant’anni di vita unitaria hanno saputo e voluto anteporre l’interesse nazionale agli interessi particolari di luogo, di classe, di partito, o peggio alle convenienze personali o di gruppo. Per questo, concludono gli autori, la prima "riforma" che serve all’Italia è quella del ricambio della classe dirigente, che costruisca l’ancoraggio a un interesse comunitario largo contro gli "opposti estremismi" di una globalizzazione anonimizzante o del proliferare di corporativismi, "nimby" ed egoismi d’ogni tipo.

Gli autori: Emanuele Conte è Docente di Storia del Diritto, Roberto Della Seta, ora senatore, è stato Presidente nazionale Legambiente.

Patria. Un’idea per il nostro futuro Garzanti, 176 pagine, euro 14,60

Lucio Passi, portavoce Legambiente Padova