Patto educativo: dal clamore mediatico ad una alleanza

Al centro estivo Boranga (…) è bene chiarire che non c’è stato alcun sculaccione! Poiché il bambino manifestava una "eccessiva esuberanza" ed era stato protagonista di un episodio che poteva diventare pericoloso per se e per gli altri, l’educatrice nel tentativo di calmarlo ha dovuto divincolarsi dalla presa, con graffi e morsi, del bambino cadendo a terra assieme al bambino stesso.

Va precisato che non c’è stato alcun licenziamento. Opportunamente però, visto il clamore la cooperativa, d’accordo con l’educatrice (nel frattempo medicata al pronto soccorso e con prescritti 15 giorni di riposo per infortunio a seguito delle contusioni riportate), ha pensato fosse opportuno cambiare sede di lavoro in modo che la situazione si normalizzasse al più presto, soprattutto per il bene dei bambini. (…)

In merito al caso specifico mi permetto di sottolineare ancora una volta che se abbiamo a cuore l’educazione dei figli prima di tutto i bambini vanno tenuti al riparo da eventuali difficoltà di relazione tra adulti. Se ci sono cose da chiarire questo va fatto tra i diretti interessati (genitori, educatori, Amministrazione) con l’obiettivo di chiarire i fatti, confrontare le posizioni, trovare soluzioni condivise. Mai e poi mai, in casi simili, può essere utile iniziare con denuncie a senso unico alla stampa e/o alle forze dell’ordine! (…)

Per il futuro dopo tanti anni di centri estivi dovremo fare tesoro dell’esperienza e considerare alcune situazioni nuove che caratterizzano la vita delle famiglie e della comunità cittadina. Probabilmente sarà opportuno chiedere alle famiglie al momento dell’iscrizione di sottoscrivere un PATTO EDUCATIVO che preveda:

  • la responsabilità delle famiglie nell’educare i figli a mantenere un comportamento corretto e un linguaggio rispettoso verso adulti ed educatori, gli altri bambini, gli ambienti e le attrezzature che sono un bene di tutti;
  • la consapevolezza che regole e limiti fanno parte della vita di noi tutti e sono indispensabili per regolare la convivenza serena di ogni comunità. Potranno essere previsti richiami e provvedimenti;
  • la condivisione della scelta di non rendere possibile l’iscrizione a due mesi di fila ai centri estivi. Se vanno sostenute le famiglie è necessario però tenere in debita considerazione le necessità dei bambini, i quali dopo 10 mesi di scuola materna non possono passare altri due mesi di vita organizzata con regole, tempi, orari da rispettare senza interruzione;
  • la condivisione di un metodo educativo per cui anche a fronte di eventuali difficoltà o incomprensioni i genitori sono chiamati a confrontarsi con i responsabili del centro estivo, con il settore servizi scolastici, con l’assessorato. Tenendo ferma la priorità della serenità dei bambini e dell’ambiente in cui devono vivere una esperienza di crescita e di amicizia.

Sono questi passaggi non facili, ne scontati. Siamo ogni giorno bombardati da messaggi infarciti di violenza verbale e fisica, rincorsi dai titoli cubitali, dalle notizie gridate, dal clamore dello scoop a tutti i costi. Diventare famosi, essere visti in tv o citati dal giornale rischia di diventare una necessità pena una crisi di identità. Insomma l’apparire ha la meglio sull’essere.

E allora non ci resta che ribadire con tutta la serenità e la determinazione necessarie che educare i figli è una responsabilità dei genitori! Non sono previste deleghe e l’unica relazione possibile tra famiglia, scuola, agenzie educative, istituzioni è quella di un sano e condiviso Patto Educativo. Su questo continueremo a lavorare con attenzione, competenza, passione, determinazione!

Claudio Piron – Assessore Politice educative