PENDOLARIA: 2400 CONVOGLI MESSI SOTTO ESAME DA LEGAMBIENTE
A Padova, su 149 convogli monitorati 58 in orario, 91 in ritardo

A livello nazionale i treni dei pendolari arrivano con più di 5 minuti di ritardo 3 volte su 10. A Napoli oltre la metà dei convogli (53%) e la stessa sorte tocca ai pendolari di Palermo costretti ad aspettare 1 volta su due (51%). Poco distanti nella classifica dell´attesa Milano con il 39% dei convogli che sforano i 5 minuti seguita da  Bologna e Torino con il 31%.
E´ quanto emerge dai risultati di un´indagine di Legambiente su 2400 treni  "pendolari" in arrivo nelle stazioni di Milano, Trento, Torino, Padova, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania, Capo d´Orlando, Messina. Dal 21 al 25 gennaio, nella fascia oraria che va dalle 7 alle 10 del mattino, i volontari di Legambiente hanno tenuto sotto controllo gli arrivi in stazione nell´ambito di "Pendolaria 2008", la campagna che punta i riflettori sui problemi di chi viaggia in treno e sulla necessità di un rilancio del trasporto ferroviario locale. 

Padova
Primato negativo a Napoli con il 53% dei convogli fuori orario seguita da Palermo con il 51%. Sempre in Sicilia le province dove i treni si fanno attendere di più. A Capo d´Orlando arrivano oltre l´orario previsto il 55% dei treni mentre a  Messina e Catania, rispettivamente il 27% e il 26%. Problemi di puntualità anche per i treni in arrivo a Genova, dove sforano i 5 minuti il 28% dei convogli seguita da Roma con il 25%.
"A Padova, in confronto-  (VEDI TABELLA) spiega Andrea Nicolello, Vicepresidente dell´Associazione-   le cose non vanno malissimo, con un 39 % di treni per pendolari in orario, un 48% in ritardo, entro i 5 minuti, ed un 13% oltre i 5 minuti."
 
A fronte di tutto ciò il 2008 doveva essere un anno di svolta per il trasporto pendolare italiano e invece l´ultima Finanziaria ha tagliato i 1000 nuovi treni promessi in primavera. Eppure proprio il trasporto su ferro rappresenta una soluzione reale al traffico in città, alle emissioni di gas serra, all´incidentalità stradale. Peraltro i 1000 treni in più avrebbero aiutato la soluzione di un problema cronico per il pendolarismo italiano, quello del sovraffollamento dei treni, tra le cause maggiori dei ritardi. E infatti proprio a causa del sovraffollamento i tempi di fermata si prolungano peggiorando le performance del trasporto su ferro.
A Padova, Pendolaria, la campagna nazionale di Legambiente che ha come obiettivo 1000 nuovi treni per i pendolari, è stata organizzata da Legambiente, insieme ad Assoutenti, Federconsumatori e FILT CGIL che chiedono agli Enti Locali di investire maggiormente sul ferro per  diminuire gli spostamenti  in auto e il conseguenti inquinamento atmosferico. Quattro le richieste


1. Nuove fermate in stazioni già esistenti

Obiettivo di breve periodo, che non comporta voci di spese aggiuntive ma accordi tecnici.
Legambiente nel 2005 ha calcolato in 190 le fermate/giorno effettuate da Regionali ed Interregionali nelle stazioni suburbane a Padova, rispetto a 227 treni locali in transito. Fare sostare tutti questi treni significa aumentare di 1/5 l´attuale offerta ai passeggeri.
Serve quindi un tavolo tecnico fra Comuni dell´area metropolitana, Provincia, Regione, RFI e Trenitalia per definire le potenzialità non ancora espresse su tutte e quattro le linee.

2. Adeguamento ad uso passeggeri della linea Padova – Interporto

E´ strategico concentrare le risorse sull´ammodernamento della linea esistente Padova Interporto di 6,5 km, oggi utilizzata solo per i merci nelle ore notturne.
La trasformazione ad uso passeggeri, progetto caldeggiato anche da Boschetti Presidente ZIP, offrirebbe una linea di metropolitana per la ZIP che dopo il Centro esercita la maggiore attrazione di traffico in Padova (circa il 18%). Un asse di importanza strategica visti i nuovi insediamenti direzionali, che potrebbe ospitare tre fermate, distanziate di poco meno di 2 km (ad es. in area Maroncelli, Padova Uno e Camin).

 3. Nuova fermata a Campo di Marte
Entro il 2010 Padova sarà interessata dalla Metropolitana di superficie (SMFR) per le tratte nord ed est, con le nuove fermate a San Lazzaro e San Bellino.
Ma per avere un servizio capillare bisogna prevedere fermate anche lungo l´arco ovest, dove sorgono quartieri popolosi (Armistizio, Sacra Famiglia e Chisanuova) con difficoltà viabilistiche, e nuovi poli di attrazione interprovinciale come l´Ospedale dei Colli. Prima fra tutte serve la stazione a Campo di Marte dove esistono già i binari. Ma in prospettiva bene ha fatto il Consiglio di Quartiere 5 ad indicare come strategiche nel PAT anche le nuove fermate a Mandria e Brusegana.

4. Gronda SUD Abano Interporto
Il sistema di metropolitana ferroviaria non può essere completo senza la realizzazione delle gronda sud, la Abano Interporto per completare l´anello ferroviario intorno a tutta la città. E´ un tracciato di 17 chilometri, complanare alla autostrada con stazioni passeggeri a Ponte San Nicolò, Legnaro-Agripolis ed Albignasego, costerà 250 milioni di euro già accantonate da RFI che ha prodotto un primo progetto preliminare, sicuramente criticabile per alcuni impatti nel territorio. E´ stato anche siglato un accordo tra Regione, Provincia ed RFI nel novembre 2005 ed è indicata nel PATI metropolitano. E´ una occasione che Padova non può lasciarsi sfuggire e sulla quale la Provincia deve esercitare un ruolo chiaro ed attivo che fino ad oggi è mancato, riservando invece le sue attenzioni a progetti come il GRA che non fanno diminuire il traffico privato anzi lo incentiva

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