Ma la cura spetta a Rossi
Il mese appena passato si è chiuso peggio dell’ottobre 2003 per quanto riguarda il PM10. Infatti sono state 17 le giornate in cui le polveri sottili hanno superato il limite di legge giornaliero di 50 microgrammi, contro le 15 dell’ottobre 2003. Un giorno su due, insomma, abbiamo respirato aria avvelenata.
Inevitabile quindi il provvedimento preso da molti Assessori all’ambiente veneti, tra cui quello di Padova, di attuare le targhe alterne a partire dal 4 novembre, per cercare di calmierare un po’ il super inquinamento, ed anzi, come dimostrano i dati, aveva ragione Legambiente a chiederlo già per il mese di ottobre.
“Le targhe alterne non piacciono a nessuno”, commenta Lucio Passi, Coordinatore di Legambiente Padova, “ma in assenza di provvedimenti strutturali sono l’unica medicina utile e speriamo che tutti i padovani collaborino alla riuscita di un provvedimento sicuramente più serio della farsa dello stop delle sole auto non catalizzate degli anni scorsi. Ci aspettiamo perciò che nei prossimi mesi l’Assessore alla mobilità Ivo Rossi inizi a proporre quelle nuove politiche della mobilità, capaci di spostare quote rilevanti di persone e merci dal mezzo privato ai trasporti collettivi, di cui questa città ha bisogno come l’aria (e questa è volta, è il caso di dirlo, non in senso solo figurato).
Infatti è il traffico il responsabile maggiore delle emissioni di Pm10 nel nord Italia e nel veneto. E in particolare a Padova, dove l’85% degli impianti di riscaldamento, utilizzando metano, non produce micropolveri. “Micropolveri – conclude Passi – che sono responsabili di malattie respiratorie, cardiovascolari, degenerative, e che solo nella nostra città causano decine di migliaia di giorni di lavoro persi, migliaia di giorni di ricoveri, un centinaio di morti premature ogni anno.