PM10: OTTOBRE 2005: IL PEGGIORE DEGLI ULTIMI 3 ANNI
LEGAMBIENTE “TARGHE ALTERNE UNA MEDICINA NECESSARIA”

 

MA LA CURA VERA SPETTA A ROSSI”

PM10 microg/m3
ottobre

 

2005

2004

2003

media mensile città (microgr. per m.c. d’aria)

61.6

58.2

50.2

n. superamento del limite (gg) ad ottobre

20

17

15

n. superamenti dall’inizio dell’ anno (gg) al 31/10

149

108

160

                                                                        Fonte: Arpav – Elaborazione: Legambiente

 

                     Limiti di legge: Concentrazione media annua di 40 microg/m3. Concentrazione giornaliera di 50 microg/m3 da non superare più di 35 volte l’anno
(Nel caso la tabella risultasse illeggibile vedere il file word allegato)

Il mese appena passato si è chiuso peggio dell’ottobre 2004 e 2003 per quanto riguarda il PM10. Infatti quest’anno sono state 20 le giornate in cui le polveri sottili hanno superato il limite di legge giornaliero di 50 microgrammi, contro le 17 dello scorso anno e le  15 dell’ottobre 2003. Solo un giorno, su tre, quindi di aria “buona”. Ancne il livello della concentrazione media nell’aria nel mese di ottobre è stato molto alto, 61 microgrammi per metro cubo d’aria quando non dovrebbe superare i 40 microgrammi.

“Tutto il mese di ottobre è passato senza che alcun provvedimento fosse preso, a causa dell’atteggiamento dilatorio e irresponsabile della Regione. “Le targhe alterne non piacciono a nessuno”, commenta Legambiente, “ma in assenza di provvedimenti strutturali sono l’unica medicina utile e speriamo che tutti i padovani collaborino alla riuscita di un provvedimento sicuramente più serio della farsa dello stop delle sole auto non catalizzate. Ci aspettiamo però che nei prossimi mesi l’Assessore alla mobilità Ivo Rossi inizi a proporre quelle nuove politiche della mobilità, capaci di spostare quote rilevanti di persone e merci dal mezzo privato ai trasporti collettivi, che ci permetterebbero di evitare le targhe alterne.

Infatti è il traffico il responsabile maggiore delle emissioni di Pm10 nel nord Italia e nel veneto. E in particolare a Padova, dove l’85% degli impianti di riscaldamento, utilizzando metano, non produce micropolveri. “Micropolveri –  ricorda Legambiente – che sono responsabili di malattie respiratorie, cardiovascolari, degenerative, e che solo nella nostra città causano decine di migliaia di giorni di lavoro persi, migliaia di giorni di ricoveri, un centinaio di morti premature ogni anno.