Partono le azioni giudiziarie di Legambiente contro chi non si impegna nella lotta contro il Pm10. E il primo ad essere colpito è Luca Claudio Sindaco del Comune di Montegrotto Terme, in provincia di Padova. Una prima diffida è in viaggio verso il Municipio della città termale: Luca Claudio se la ritroverà sul tavolo subito dopo il “Ponte di tutti i santi.” La diffida intima al Sindaco, che non ha mai preso provvedimenti di limitazione del traffico contro il Pm10, e che non ne vuole prendere di "di ottemperare a tutti agli obblighi previsti, concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente, del Decreto Ministeriale 2 aprile 2002 n. 60, e a quelli del Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera della regione Veneto.
Intima inoltre di adottare tutte le misure, di emergenza e strutturali, a tutela della salute dei cittadini, per limitare le concentrazioni del PM10 e l’inquinamento atmosferico, per ridurre significativamente i livelli di inquinamento di PM10 e per rientrare quindi nei limiti stabiliti per legge.
Infine avverte che decorso il termine previsto dall’articolo 328 C.P. e a sensi del Decreto Legislativo 39/97 e della legge 241/90, in caso di mancata ottemperanza o comunque ed in difetto di risposta, entro 30 giorni dalla ricezione della presente diffida, Legambiente si rivolgerà alle Autorità competenti onde accertare le eventuali responsabilità civili, amministrative e penali. (VEDI COMPLETO ATTO ALLEGATO).
Ma Montegrotto rischia di essere solo il primo di una lunghissima lista di Comuni nel mirino di Legambiente, solo per restare in provincia di Padova i prossimi potrebbero essere Montegrotto, Villafranca, Vigonza, Saccolongo, Legnaro, Cittadella, Piove di Sacco…
Legambiente è decisissima a contrastare il messaggio di disimpegno nei confronti della lotta al Pm10 dato dalla Regione.
Afferma Lucio Passi, della segreteria regionale di Legambiente Veneto “Il “piano” per la lotta alle polveri sottili scodellato dalla Regione è risibile: 5 giorni di blocco delle no kat e vecchi diesel da lunedì a venerdì, per poche ore al giorno. Quello della regione è un chiaro tentativo di aggirare la legge. Ed è un chiaro invito a Comuni e cittadini irresponsabili a trasgredire qualsiasi divieto messo in atto a protezione della salute dall’inquinamento.
Stiamo valutando – prosegue Passi – assieme ad un gruppo di giuristi se e come impugnare il provvedimento della Regione Veneto.”
Ma intanto la decisione dell’Assessore Conta indebolisce la tendenza positiva, che era nata dal basso da alcuni Comuni come Padova, o coordinamenti zonali di Comuni, di attivare piuttosto le targhe alterne, un provvedimento i cui effetti sono quanto meno quantificabili in termini di emissioni evitate.
“Un esempio: sono molti i Comuni delle cintura urbana Padova che si sono sfilati dalle targhe alterne: Montegrotto, Villafranca, Vigonza, Saccolongo, Legnaro. Ed è ad oggi praticamente certo, che nelle altre aree della provincia di Padova andrà ancora peggio, con i principali Comuni come Piove di sacco e Cittadella a dare il cattivo esempio con interventi di facciata. Da così a peggio per il resto del Veneto, dove addirittura interi capoluoghi, come Verona, si stanno nascondendo dietro la foglia di fico offerta dalla regione per fare poco o nulla. Dopo Montegrotto, se non cambieranno atteggiamento, saranno i prossimi – avverte deciso Passi.
Ma perché Montegrotto è il primo Comune ad essere “colpito” da Legambiente?
Semplicemente perché – risponde Passi, il comportamento di quel Sindaco è quanto di più emblematico via sia nel Padovano concernente l’omissione nell’affrontare il problema: non ha preso provvedimenti, non intende prenderne, non ha risposto alle nostre richieste di chiarimenti. La nostra diffida, comunque non fa altro che richiamarlo al rispetto degli obblighi di legge ovvero: ottemperare a tutti agli obblighi previsti dalla Direttiva 1999/30/CE, concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente, recepita con Decreto Ministeriale 2 aprile 2002 n. 60, e al piano di Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera della regione Veneto; di adottare tutte le misure, di emergenza e strutturali, a tutela della salute dei cittadini, per limitare le concentrazioni del PM10 e l’inquinamento atmosferico, per ridurre significativamente i livelli di inquinamento di PM10 e per rientrare quindi nei limiti stabiliti per legge. Infine chiediamo di conoscere, in virtù della legge sugli atti amministrativi quali provvedimenti intenda prendere per contrastare l’inquinamento da Pm10.
Se non succederà nulla il Sindaco è fin da ora avvisato: decorso il termine previsto dall’articolo 328 C.P. e a sensi del Decreto Legislativo 39/97 e della legge 241/90, in caso di mancata ottemperanza o comunque ed in difetto di risposta, entro 30 giorni dalla ricezione della presente diffida, Legambiente si rivolgerà alle Autorità competenti onde accertare le eventuali responsabilità civili, amministrative e penali.
“Non si illudano, conclude passi gli altri Comuni del Veneto inquinati dal Pm10. In mancanza di provvedimenti seri di limitazione del traffico attireremo l’attenzione della magistratura penale anche su di loro.