Quello che appare oggi è una ringhiera e una vetrata sporca, ma se si è molto attenti si nota un cartello con la scritta “Ponte San Lorenzo”. Il ponte romano sotto riviera Tito Livio, tra via san Canziano e la Prefettura è di nuovo invisibile per i cittadini. Dopo la riapertura alla città, resa possibile gratuitamente dai volontari di Legambiente – Salvalarte, tra il 2006 e il 2008, una delle più significative tracce visibilI della Padova romana sembra nuovamente dimenticata. “Ma Legambiente non ci sta’ – spiega la Vice Presidente Teresa Griggio: il nostro gruppo di volontari di Salvalarte ha speso molto tempo ed energie per riportare il ponte romano alla conoscenza dei padovani e non intende mollare.
Il Ponte di San Lorenzo viene aperto da Legambiente il 26 aprile 2006 grazie all’accordo (non oneroso per il Comune) stipulato tra Legambiente e l’Assessore all’edilizia monumentale Luisa Boldrin. Dopo due anni di apertura al pubblico il bilancio è più che positivo: 1000 ore di apertura e 15.000 visite. Il ponte viene inoltre inserito dalle guide di Padova nei loro itinerari e anche l’ufficio didattica-del settore attività culturali del Comune lo inserisce nel proprio percorso archeologico per le scuole.
Nel frattempo l’Assessore Boldrin prospetta ai volontari di Salvalarte numerosi interventi per la valorizzazione del manufatto romano, tra cui alcuni lavori per renderlo meglio visibile anche dall’esterno.
A giugno del 2008 inizia la demolizione della scalinata ovest, che impediva la visione del rostro dall’esterno, e viene posta una vetrata con l’intento di rendere visibile il monumento dall’alto. La ristrutturazione si conclude a settembre 2008, con un esito è quanto meno dubbio, perché la vetrata e così spessa, opaca e sporca che poco o nulla si vede dall’alto.
“Da allora come Legambiente abbiamo chiesto all’assessore all’edilizia monumentale di riprendere l’apertura al pubblico: la laconica risposta che arriva è sempre quella: si stanno aspettando le verifiche e il permesso della sovraintendenza. Siamo a gennaio 2010 e nonostante le nostre richieste stiamo ancora aspettando: l’atteggiamento dell’Assessore Boldrin nei confronti del futuro del ponte e della sua gestione è opaco quanto la vetrata che lo ricopre. Ed è anche un pessimo esempio di rapporto tra istituzione e volontariato. I volontari di Salvalarte hanno sempre gestito con grande ottimismo il sottopasso, facendosi carico delle pulizie, rendendolo vivo attraverso tante iniziative, aprendolo, anche fuori orario, ogni qual volta che una scolaresca od una comitiva ne faceva richiesta. Non capiamo – conclude Griggio – come l’assessore Boldrin possa lasciare un monumento nel limbo e non capiamo come si possa mortificare l’aiuto totalmente gratuito da parte dei cittadini, che hanno contribuito a valorizzarlo, lasciandoli senza informazioni”.