Pontevigodarzere, un intervento a rischio

Il piano guida dell’intervento di recupero delle ex aree produttive Pilli ed Idrotermici, presentato dall’arch. Sartori nell’assemblea pubblica che si è tenuta alcuni giorni fa presso la sala parrocchiale di S. Giovanni Evangelista a Pontevigodarzere, convince per molti aspetti.

Il più rilevante è quello di creare i presupposti per la realizzazione di un luogo di centralità urbana del rione, ricucendo il territorio posto a cavaliere di via Pontevigodarzere con lo spostamento della viabilità a ridosso dell’area Morandi e prevedendo una serie di spazi pubblici (parco e centro civico) disimpegnati da un sistema di piazze che si rifanno al modello del centro storico. L’impianto del piano guida è senz’altro seducente e questa impressione è rafforzata dalla previsione di utilizzare nella costruzione materiali e tecniche eco-compatibili, con l’impiego di impianti fotovoltaici e di recupero delle acque reflue, nonché di fitodepurazione, finalizzati al risparmio energetico e dei consumi idrici ed all’igiene del territorio.

Potrebbe trattarsi del primo cantiere impostato sull’utilizzo intensivo della bio-edilizia. Un esempio da esportare in tutta la città metropolitana e da promuovere a scala regionale.

Il punto debole del piano è nella insufficienza della viabilità principale, che non garantisce la sostenibilità di un intervento che porterà nel rione un incremento di circa 1300 abitanti.

La soluzione, come si è più volte affermato, consiste nella eliminazione del traffico di attraversamento lungo via Pontevigodarzere,che dovràessere utilizzata come strada per i soli residenti. Tale via dovrà essere attraversata dal tram (con capolinea a Cadoneghe) e dovrà essere disimpegnata da strade di circonvallazione ad est e, possibilmente, anche ad ovest (parallelamente alla ferrovia Padova Castelfranco), che immettano il traffico proveniente dal quadrante nord direttamente nell’anello delle tangenziali.

Fa senz’altro piacere avere avuto la conferma dall’assessore all’urbanistica Luigi Mariani che questo è anche l’obiettivo finale dell’amministrazione comunale. Quello che non fa piacere è apprendere che non ci sono le risorse finanziarie per eseguire le accennate opere infrastrutturali. Se da un lato è apprezzabile che a livello di PATI si stia cercando di ottenere il consenso di Cadoneghe sul tracciato della circonvallazione ad est e si stia studiando la fattibilità della circonvallazione ad ovest, dall’altro è inaccettabile che non vengano date garanzie sul reperimento dei finanziamenti per garantire che la viabilità primaria, necessaria per la sostenibilità delle nuove lottizzazioni, sarà attuata prima del completamento dell’intervento.

I tempi di attuazione del piano di recupero sono stati stimati in 5¸10 anni. L’amministrazione comunale deve impegnarsi a realizzare nello stesso periodo di tempo leopere viarie necessarie per la sua sostenibilità ed a prolungare la linea del tram fino a Cadoneghe. Non deve, inoltre, dimenticare gli altri interventi calmieratori del traffico, a scala urbana, quali la realizzazione dei parcheggi scambiatori ed il potenziamento del servizio di trasporto pubblico. Se questo obiettivo non verrà raggiunto si correrà il rischio di perdere l’opportunità di realizzare un reale recupero ambientale del rione,in quanto la popolazione sentirà maggiormente il disagio dovuto all’incremento di traffico prodotto dal nuovo insediamento che il beneficio offerto dal nuovo luogo di centralità urbana.

Lorenzo Cabrelle – Direttivo Legambiente Padova