Portello, un contratto di quartiere da realizzare

Un progetto da 30 milioni – precisamente 29 milioni 812mila – per ridare identità ad un quartiere storico di padova che da anni sta subendo le angherie del declino. Eppure qui ci sono tutti gli elementi per considerarlo un pezzo di città privilegiata: il verde, il residenziale, l’università, la possibilità di un rilancio commerciale. I soldi arriveranno in questo modo: 10 milioni dallo Stato e dalla Regione, 6 milioni 669mila dal Comune, 9 milioni 700mila dall’Ater, 3 milioni 800mila da privati coinvolti come le cooperative sociali e l’associazione “Urbe viva”.
I finanziamenti saranno utilizzati in questo modo: 863mila euro per la mobilità che serviranno a riqualificare piazza Portello, realizzare moderatori di traffico, percorsi ciclabili, itinerari sicuri casa-scuola; 838mila per il restauro delle mura; 2 milioni per il verde pubblico: sistemazione del lungo Piovego, delle zone golenali del giardino scolastico della Luzzatto Dina e un nuovo parco in via Venezia con la realizzazione di una passerella ciclo-pedonale di collegamento; interventi all’asilo nido balena blu, restauro dell’alloggio del custode della scuola Luzzatto Dina, l’illuminazione del quartiere e – oggi in forse – il trasporto su via d’acqua, il restauro dello stabili che ospita l’associazione Razzismo stop che vedrà anche la realizzazione di un centro polifunzionale per bambini e anziani.
C’è poi la riqualificazione del quadrato di edilizia pubblica tra le vie Stratico, Marzolo, Poleni e Loredan, stabili costruiti tra il 1912 e il 1914 che comprendono 128 alloggi di proprietà dell’Ater.
Interessante il progetto dell’APS che propone il secondo sistema di teleriscaldamento urbano prevedendo la realizzazione di una stazione autonoma per servire gli istituti universitari e che poi si collegherà a sud con San Lazzaro utilizzando l’energia dell’inceneritore. Un progetto interessante dal punto di vista ambientale perché eliminerebbe il gasolio che attualmente viene usato dagli istituti universitari.
“Il limite del progetto in questo momento è la questione dell’Università che purtroppo si è tirata fuori – dice Sergio Lironi, presidente di Legambiente Padova – Sarebbe interessante riprendere il vecchio progetto Dolcetta che immaginava una città univarsitaria non costruita per lotti e divisa da steccati ma che presentava la morfologia di un campus universitario. L’ateneo aveva chiesto alla Regione un finanziamento per la ristemazione della casa dello studente di via Marzolo, ma è gli stato negato e così l’Università si è tirata fuori. Credo sia indispensabile creare un nuovo aggancio e riprendere questo discorso. E’ necessario un incontro di volontà per vivacizzare il Portello”. Insomma il rapporto con gli studenti va intensificato perché creare più occasioni vitali nel quartiere significa ridare spazio anche agli anziani che la sera non hanno il coraggio di uscire di casa.
“Ora si tratta di ridiscutere il rogetto come progetto partecipativo e ridefinire la fase esecutiva – ribadisce Lironi – Le scelte devono essere condivise dai cittadini specie se si riferiscono a manufatti discussi come, per esempio, la realizzazione di un garage sotterraneo. Si tratta di ripartire in sinergia con gli assessori Scortegagna e Ruffini per ridare dignità ad una zona importante della città”