Legambiente ha presentato il dossier Covid Lanes, lo studio sugli interventi a favore della ciclabilità intrapresi in Italia a partire dalla primavera di quest’anno, ovvero dall’inizio della cosiddetta Fase 2. Presente anche un focus su Padova.
Secondo le stime di ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), in Italia nel mese di maggio 2020 l’incremento di vendite di biciclette è stato del 60% rispetto al venduto del 2019. Sempre in Italia, per quanto riguarda l’infrastruttura ciclabile sono stati quasi 200 i chilometri di ciclabili “leggere” realizzate in 16 città, tra cui Padova, che già contava di un buon chilometraggio di partenza (168 km). Nella nostra città sono state realizzati 5 km di nuove ciclabili e 2,2 di bike lanes, oltre a 4 case avanzate (le aree di sosta dedicate alle bicicletta agli incroci con i semafori).
Le bike lanes a Padova sono state tracciate su quei percorsi dove sarebbe stato molto difficile se non impossibile realizzare ciclabili canoniche. Sono stati poi eliminati dei posti auto davanti ad alcuni plessi scolastici e realizzati interventi di moderazione del traffico.
Oltre a ciò sono stati pubblicati bandi per servizi di sharing di monopattini (1.000), mentre rispetto allo sharing esistente è stata estesa l’area di Mobike, aumentata la flotta di bici in sharing e aggiunte quelle elettriche (200 mezzi).
“Abbiamo sempre sostenuto – dichiara Francesco Tosato, Vicepresidente di Legambiente Padova – che con le progressive riaperture delle attività economiche e sociali, e con il rischio di contagio da Covid-19 ancora alto, sarebbe stato necessario ripensare la mobilità urbana anche alla luce di un trasporto pubblico depotenziato e in evidente crisi, senza un reale piano di gestione. Se un notevole incremento del traffico automobilistico privato era prevedibile, con un impatto negativo dal punto di vista della qualità della vita, la possibilità di una spinta verso la mobilità dolce era altrettanto concreta, nonché auspicabile”.
“Gli interventi normativi del Governo – prosegue Tosato – come la modifica del Codice della Strada che ha consentito la possibilità di realizzare più velocemente piste e corsie ciclabili e l’introduzione del Bonus Bici che ha permesso una maggiore diffusione di biciclette e monopattini, sono stati degli sicuramente degli interventi positivi”.
“Ora è però – continua Tosato – è il momento di dare, anche a Padova, un ulteriore sviluppo alle ciclabili per far crescere la mobilità sostenibile creando le condizioni per arrivare a percentuali sempre maggiori di spostamenti in bicicletta. Per riuscirci abbiamo bisogno di aumentare ulteriormente nei prossimi anni i chilometri di piste ciclabili, come in parte prevede il PUMS. Ai cittadini dobbiamo far capire che l’alternativa ciclabile è seria e desiderabile, pertanto le ciclabili “pop-up” realizzate nel 2020 è necessario che diventino percorsi più protetti e che si continui con interventi capaci di creare una vera e propria rete diffusa nella città che possono permettere di realizzare un vero e grande salto di scala negli spostamenti urbani”.
“Nello specifico – conclude Tosato – occorre urgentemente dare gambe al progetto della Bicipolitana, ancora da troppo tempo fermo al palo da senza finanziamenti certi. Perché allora non investire quel milione di euro arrivato dal Ministero dei Trasporti per iniziare una prima linea del progetto, partendo dagli interventi più urgenti? Quando parliamo di infrastrutture ciclabili, infatti, non bisogna dimenticare la qualità oltre che la quantità. Una tratto ciclabile sicuro, ben riconoscibile e protetto, collegato adeguatamente ad altri simili rappresenterebbe un enorme salto di qualità della ciclabilità padovana”.
Il dossier completo è consultabile e scaricabile qui.