Raccolta porta a porta per i troppi rifiuti di Padova

La raccolta differenziata a Padova si attesta al 40%, al secondo posto in Italia come città metropolitana, ma la produzione procapite di rifiuti è aumentata di 10.000 tonnellate dal 2005 al 2006, pari al 7% in più.
Il Veneto che fino all’anno precedente era la prima regione in Italia per raccolta differenziata si è fatta superare dal Trentino Alto Adige che è cresciuto del 5% nell’ultimo anno, mentre noi solo dell’1%. È evidente che serva un cambio di rotta nelle politiche sui rifiuti a tutti i livelli, a partire dalla Regione Veneto fino a quelle del Comune di Padova.
Il piano miope della Regione Veneto punta al 50% di RD, pur avendo esempi lungimiranti come quelli della provincia di Treviso (prima in Italia) che arriva al 66,6% di RD; questo per fare spazio agli inceneritori. Da tempo sono previsti 3 nuovi inceneritori in Regione Veneto, ma nessuno sembra volerseli accollare. Il tempo passa, le discariche vanno esaurendosi e la produzione di rifiuti aumenta.
Servono quindi quelle politiche di riduzione della produzione di rifiuti, sbandierate su tutti i piani di gestione, ma mai messe in pratica. Con questa tendenza in atto non è possibile pensare di investire milioni di euro in inceneritori, che sono l’ultimo gradino della scala di priorità nella gestione dei rifiuti, lasciando le briciole alla raccolta differenziata e alla prevenzione della produzione dei rifiuti. Va superata l’ormai obsoleta politica dell’incenerimento dei rifiuti, prima riduciamo i rifiuti in circolazione e poi pensiamo a cosa farne di quelli che non sono recuperabili. L’attuale stile di vita improntato su un frenetico consumo di beni prodotti con materiali non riciclabili sta mostrando tutti i suoi limiti.
La correlazione tra crescita economica e crescita della produzione di rifiuti deve essere interrotta. Se si concorda nel misurare la qualità della vita con quella del livello di salute legato all’aria che respiriamo, è evidente che non si può pensare di risolvere il problema rifiuti con nuovi impianti di incenerimento.
All’Amministrazione Comunale Legambiente chiede quindi uno sforzo convinto nella sperimentazione della raccolta porta a porta a Padova, ricordando che Reggio Emilia, città con 160.000 abitanti, è al 47% di raccolta differenziata, grazie proprio al porta a porta appena partito.
La raccolta differenziata da sola non basta, servono incentivi e norme che riducano lo spreco di imballaggi in circolazione, magari con accordi di programma con il commercio e con l’industria, a favore dei materiali riutilizzabili e delle bioplastiche. Ma per far questo serve riservare un maggior impegno economico nei piani finanziari di gestione dei rifiuti. Si investa quindi su politiche per ridurre i rifiuti, piuttosto che su onerosi e inquinanti impianti di smaltimento.

Devis Casetta