RIAPERTO IL PONTE ROMANO S.LORENZO
Il ponte rivive grazie ai volontari del Gruppo Salvalarte

Affollato di turisti e  padovani, così si presentava oggi il ponte romano di San Lorenzo, riaperto al pubblico da Legambiente, grazie ai volontari del gruppo Salvalarte. Il ponte romano (risalente al 40 a.c.), sepolto sotto Riviera Tito Livio è finalmente riaperto alle visite di cittadini e turisti, dopo una chiusura che durava dal giugno 2008.

 “Abbiamo ancora negli occhi –  dice Teresa Griggio, Vice Presidente di Legambiente Padova le immagini delle distruzioni e delle vittime causate dal sisma, e lo sfregio di molti monumenti e siti storici: riaprire il ponte di San Lorenzo per noi, significa, nel nostro piccolo, dare un contributo alla difesa ed alla valorizzazione del patrimonio storico e culturale.

La riapertura al pubblico dell’importante sito storico è a costo zero per il Comune e per i cittadini di Padova, avendo Legambiente firmato con il settore edilizia monumentale una convenzione non onerosa. I volontari di Legambiente-Salvalarte  garantiranno l’apertura del ponte ogni Sabato (escluso il primo del mese) dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 18.30: le visite sono gratuite. Durante gli altri giorni sono possibili visite a pagamento su prenotazione per gruppi e scolaresche gestite dall’Associazione Arcadia (Archeologia Ambiente Didattica).

Il simbolico taglio del nastro, è avvenuto oggi alle 11.45 alla presenza dei responsabili di Legambiente-Salvalarte, Teresa Griggio, Katiuska Cemin, di Antonella Nanni di Arcadia, di numerosi volontari e visitatori e dell’Assessore alla Cultura Andrea Colasio.

 Per  Katiuska Cemin volontaria di Legambiente-Salvalarte “la riapertura al pubblico di San Lorenzo è un’iniziativa a carattere civico, storico e culturale, ma, anche di forte valenza politica. Infatti quel ponte interrato con i tombinamenti del naviglio del 1959 è il simbolo di un modo sbagliatissimo di concepire lo sviluppo urbano, purtroppo ancora dominante nonostante i guasti prodotti siano ormai visibili a tutti, e che in nuove forme continua a riproporsi”.

 Teresa Griggio ricorda che “i  volontari che garantiranno le aperture gratuite sono quelli formati durante il corso "Via San Francesco, la via dei portici alti" organizzato in collaborazione proprio con l’Assessorato alla Cultura. Corso che ha visto larghissima partecipazione e sta rilanciando un nuovo impegno di Legambiente in via San Francesco. Salvalarte a Padova – conclude Griggio – non garantisce solo le aperture del ponte di San Lorenzo: i volontari di Legambiente-Salvalarte tengono aperti al pubblico l’oratorio di Santa Margherita, e la Scuola della Carità, entrambi in via S. Francesco, la Reggia Cararese in via Accademia 7 e la Torre dell’Orologio in Piazza Capitaniato.

 

Ponte San. Lorenzo – Scheda

Riviera dei Ponti Romani cela nel sottosuolo due antichi e importanti ponti costruiti dai romani nell’ultima fase del periodo repubblicano, quando la città venne integrata giuridicamente nello stato romano fino a diventare parte della tota Italia augustea. Si tratta di Ponte Altinate, oggi completamente interrato, e Ponte S. Lorenzo, sepolto sotto riviera Tito Livio, (ma visitabile). Infatti l’identità di Padova, città d’acqua, fu definitivamente compromessa con la scelta, alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, di interrare il Naviglio interno.

Ponte S. Lorenzo è il ponte romano meglio conservato e più conosciuto.  La sua costruzione risale attorno al 40 a.C. Il “fiumesello”, che faceva da fossato alla cinta duecentesca, passava sotto la sua terza arcata, l’ultima verso est. Fu più volte restaurato, ma solo nel 1773, quando si fecero lavori nella strada davanti al vicino palazzo allora Papafava il ponte fu rivisto in tutta la sua imponenza. Fu allora che venne scoperta l’iscrizione sulla faccia a sud di quella che si rivelò l’arcata mediana originale, con i nomi dei magistrati cittadini che decisero il luogo dove il ponte doveva essere edificato e, a lavoro ultimato, ne eseguirono quello che oggi si chiamerebbe il collaudo.  

Il ponte venne messo in luce nella parte nord nel 1938, quando si fecero i lavori di totale ricostruzione del Palazzo del Bo’.

Negli anni 1958-1959 il Naviglio Interno fu interrato in questo tratto, interrando così anche parte della prima arcata destra. A sud le arcate furono lasciate con le luci libere e con gli archivolti e parte dei paramenti a vista. A nord invece gli specchi (o luci) delle tre arcate furono chiusi da pareti di mattoni costruite a filo dei muri di testa settentrionali. Sotto l’arcata centrale, verso la prima pila, vi sono ancora le strutture laterizie delle mura medievali che tagliano irregolarmente parte dell’intradosso.

Scheda a cura di Katiuska Cemin