Ripensare la città  insieme per raggiungere gli obiettivi del 2020

Un obiettivo ambizioso se si pensa che molte città italiane con condizioni di partenza meno complesse di Padova non hanno accettato di cogliere le opportunità di questa sfida che, in effetti, richiede un impegno di non poco conto per l’amministrazione comunale. Spesso, infatti, i diversi settori lavorano in modo indipendente l’uno dall’altro e a chi si deve occupare di ambiente non resta che un numero limitato di azioni possibili e non sempre gli attori locali vengono adeguatamente coinvolti nella definizione delle politiche e nella formulazione dei progetti.

Ormai è noto che ambiti come quelli dell’urbanistica e della mobilità, ma anche delle attività produttive, hanno un impatto ambientale, e quindi un livello di produzione di emissioni climalteranti, così elevato da non poter più permettersi di svolgere le proprie attività senza prenderlo seriamente in considerazione.

Da queste prime considerazioni emerge subito la necessità di politiche urbane integrate, di maggiore coesione tra le parti e si rende necessario un impegno assiduo degli uffici preposti del settore Ambiente nel coinvolgere tutti gli altri settori, dalle cui scelte deriva l’entità dell’impatto della nostra città, affinché tutti i settori siano consapevoli fino in fondo della propria incidenza e possano venire sollecitati e coordinati affinché le loro scelte risultino sostenibili e conformi agli obiettivi del “Piano Clima” che, ricordo, implica l’attivazione di tutti gli assessorati del Comune aderente nel raggiungimento degli obiettivi secondo un disegno complessivo.

Attraverso Informambiente Agenda21, il settore Ambiente dispone già degli strumenti per informare, coinvolgere ed attivare tutti gli attori necessari, siano essi interni od esterni all’amministrazione stessa. Tuttavia sono necessarie nuove e massiccie campagne informative, divulgative e promozionali per accrescere una consapevolezza diffusa dei nuovi obiettivi che la città stessa si è posta ed è fondamentale intraprendere un serrato percorso di partecipazione con gli stake holders locali.

Le sole azioni dell’amministrazione, anche quando sviluppate con un approccio multisettoriale, non sono, infatti, sufficienti a raggiungere i targets di riduzione di emissioni e sprechi – nonché quelli di produzione di energia da fonte rinnovabile – se non affiancate dalle iniziative private, capaci di muovere investimenti ed interessi notevoli, che devono essere incentivate e promosse per attivare nuove filiere locali in grado di rispondere a domande come quella dell’efficienza energetica e della produzione di energia da fonti rinnovabili. Domande, queste, ormai di mercato, perché, in un mondo in cui ci si contende le risorse primarie, efficienza significa risparmio, risparmio significa maggiori capitali da investire e maggiori investimenti significano maggiore benessere.

La concreta e continuativa cooperazione tra gli enti pubblici e i soggetti privati – siano essi abitanti, associazioni o imprese – può essere attivata ed alimentata da processi partecipativi altamente inclusivi in cui l’iniziale spazio dell’informazione e del confronto progredisce in uno spazio di progettualità e progettazione condivisa, capace di produrre risultati effettivi.

Per quanto detto finora, non possiamo che porci in netto contrasto con le vecchie abitudini, le scelte sconsiderate e la pretestuosa ignoranza e rispondere con idee e progetti in grado di vincere l’inerzia culturale che ci ha tenuti lontani dall’innovazione e da stili di vita più sostenibili.

Uno spazio ampio e articolato per liberare desideri collettivi, esprimere buone idee e formulare grandi progetti non può più attendere: nuovi gruppi di lavoro tematici – come quelli di Agenda21 – devono potersi riunire e cominciare a lavorare insieme al resto della città e dell’amministrazione per camminare con passo veloce verso gli obiettivi del 2020.

Maurizio Pioletti