La promessa "rivoluzionaria", annunciata nel titolo del saggio di Corrado Poli “Rivoluzione Traffico. Meno mobilità più comunicazione” (Robin Edizioni, Roma 2006 pp. 134, €10,00), viene mantenuta. Si propone un cambiamento drastico dell’usuale impostazione dei problemi della mobilità. Si analizza il traffico urbano, in tutti i suoi aspetti, con gli strumenti delle discipline ambientaliste e umaniste. Poli ipotizza che le usuali tecniche dell’ingegneria dei trasporti siano la causa dei problemi che viviamo.
Il testo inizia con una citazione illustre: Marguerite Yourcenar, che dà il senso generale del saggio: "Come sempre, abbondavano ragioni pratiche per giustificare l’assurdo e per condurre all’impossibile". Quante opere inutili: autostrade, Passanti, TAV, sono state realizzate in nome di inesistenti ragioni "pratiche"? La rivoluzione del traffico prevede anzitutto la rottura di alcuni monopoli professionali ed economici. La rivoluzione del traffico contesta la vecchia idea che associava i trasporti e le comunicazioni in un binomio indissolubile. Si mette, invece, al centro dei progetti l’analisi comportamentale della domanda di mobilità e si ridimensiona il ruolo delle strutture materiali. Comprese quelle del trasporto pubblico. Si apre a una serie di progetti per la limitazione del fabbisogno di mobilità basati su metodi corretti e democratici di programmazione sociale.
Nella prima parte il saggio presenta un’analisi critica dei sistemi decisionali e di progettazione attinenti alle politiche del traffico urbano. Essa contiene alcuni elementi di etica delle professioni e considerazioni di carattere epistemologico. Nella seconda l’autore elabora metodi e strumenti specifici per rivedere i preconcetti che inducono a realizzare "soluzioni" che creano più problemi di quanti ne risolvano. Sebbene il saggio non voglia essere un manuale, nella seconda parte sono contenute precise proposte e un metodo di lavoro immediatamente applicabile.