Road pricing e illuminazione al SEP: come Legambiente vuol cambiare le città

Da anni si invoca il rilancio del trasporto pubblico, strategia per ridurre il numero di auto private in circolazione nelle nostre città in costante aumento. Solo conquistando quote consistenti di nuovi utenti al trasporto pubblico riequilibreremo un sistema della mobilità oggi totalmente squilibrato verso l’uso dell’auto privata (in auto il 63% degli spostamenti giornalieri, con l’autobus fermo al 13%). Fenomeno che è la causa principale dell’inquinamento da PM10 e della congestione.
Ma per avere un trasporto pubblico moderno, efficiente e confortevole servono investimenti. Risorse che oggi non ci sono o che non vengono messe a disposizione dei Comuni. La Regione Veneto stanzia una cifra pari al 4% del suo bilancio, con quote di finanziamento al km ferme al 1998. Sebbene la legge nazionale chieda alle regioni di contribuire per il 65% dei costi delle aziende del trasporto pubblico, a Padova arriva un contributo di poco superiore al 50%. Il restante 42% è ricavato da APS con la vendita dei biglietti (per legge una azienda deve coprire almeno il 35% dei costi di esercizio). Il rimanente non solo è deficit di bilancio, ma è impossibilità di investimenti, di aumento delle frequenze e dei km percorsi. I paesi del nord europa da una decina di anni hanno adottato le politiche del road pricing, il pedaggio urbano per entrare nelle città medie e grandi. Olso, Bergen, Trondheim, Stoccolma e Londra sono città che ora hanno un sistema di trasporto pubblico diffuso, capillare e moderno perché finanziato con i ricavi del pedaggio.
Il caso più noto è quello di Londra. Dal 2003 ad oggi il ricavo netto del road pricing è stato di 50 milioni di sterline (€74 milioni di euro), tutto investito in servizio pubblico e ciclabilità. Ma accanto a questi risultati economico-finanziari notevoli gli effetti su ambiente e economia: riduzione del 18% dei veicoli che entrano nella zona del pedaggio e diminuzione del 30% della congestione, senza effetti negativi al di fuori della zona. Riduzione degli inquinanti chiave: PM10, CO2, Nox, mentre i viaggi in autobus sono più affidabili: la velocità degli autobus è aumentata del 6% e il tempo di attesa è diminuito di un terzo.
Nel convegno del 15 marzo (inizio lavori ore 15.00) “Chi paga per l’inquinamento” (clicca qui) ospitato da Sep – Padovafiere, sala Palladio, ingresso gratuito, si confronteranno i tecnici della mobilità di Londra e Bristol con chi in Italia ha prodotto i primi studi sulla applicabilità del pedaggio urbano, non ultimo lo studio dell’IRPET che ha calcolato il costo sociale ed economico dell’inquinamento da traffico. Nella seconda parte il confronto sarà fra politici regionali, enti locali, associazioni di categoria, sindacati ed ambientalisti.

Anche il secondo appuntamento di Legambiente a Sep il 16 marzo (inizio lavori ore 12.00) mette insieme sostenibilità ambientale, efficienza, risparmio e risorse. La ricerca “Facciamo Piena Luce” (clicca qui) fotografa la situazione delle installazioni illuminanti nei capoluoghi italiani, evidenziandone le caratteristiche salienti sia in chiave di efficienza che in termini di inquinamento luminoso ed atmosferico: il consumo elettrico per l’illuminazione stradale è infatti una voce molto pesante nei bilanci delle amministrazioni locali italiane e comporta un consumo di carburanti fossili non indifferente.
Scopo della ricerca è dare una dimensione all’efficienza del nostro paese in questo campo e individuare i margini di miglioramento delle performance economiche ed ambientali, con un occhio alla diminuzione delle risorse a disposizione dei comuni e con l’altro alla necessità per il nostro paese di rispettare gli obblighi del protocollo di Kyoto.