Il gruppo Salvalarte di Legambiente segnala agli amministratori competenti ed ai cittadini le infiltrazioni d’acqua visibili in numerosi punti della cinta muraria del ‘500, come documentano le foto scattate lunedì 15.
“Per esempio a Barriera Saracinesca (curva verso via Cernaia) o nei pressi di porta Santa Croce, lato via Giordano Bruno (tra l’angolo con via Malaman e via d’Aquapendente) sono ben visibili – avvisa Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova: da una decina di giorni si notano rivoletti sulle mura, ancora presenti anche dopo questi giorni di sole. Potrebbero essere molti di più, bisognerebbe fare un controllo completo della cinta muraria…Non siamo degli esperti ma ci teniamo ad avvisare chi di competenza e a chiedere se il fenomeno non possa rappresentare un rischio”.
“Tra l’altro negli stessi punti si nota quanto la vegetazione spontanea stia aggredendo le parti più alte delle mura, con gli evidenti rischi che le radici che s’insinuano tra le pietre possono provocare – aggiunge Teresa Griggio responsabile del gruppo di Salvalarte di Legambiente. Non va dimenticato che il crollo avvenuto la primavera dello scorso anno non è stato un evento straordinario e imprevedibile: quel cedimento fu dovuto alla mancanza di un disegno complessivo di tutela e valorizzazione delle mura veneziane.
In “tempi non sospetti” – ricorda Griggio – il 19 gennaio 2007 (cioè prima del crollo della primavera scorsa) consegnammo all’allora Assessore Mariani, delegato dal Sindaco, 4000 firme in calce alla petizione “Salviamo le mura”, raccolte da Legambiente e Amissi del Piovego. Scopo della petizione era quello di chiedere l’istituzione di una gestione unitaria del sistema difensivo cinquecentesco veneziano cittadino (ben 12 chilometri) attraverso l’attivazione di un unico organismo sul modello dell’Opera delle Mura di Lucca.