Si scrive acqua, si legge democrazia

A Padova le iniziative per rimettere al centro dell’attenzione di cittadini e cittadine l’acqua, il suo significato di bene comune e le mire di profitto privato di alcuni, risalgono alla campagna per la riuscita campagna di raccolta delle 50.000 firme necessarie alla presentazione del progetto di legge di iniziativa popolare del 2007.

Il gruppo che si era costituito allora si è ritrovato per la raccolta delle firme necessarie a chiedere il Referendum. E’ stato un lavoro di costruzione di contatti con persone, associazioni, gruppi spontanei, sindacati… Si è avviata una rete fatta anche di nuove conoscenze che spesso si sono trasformate in amicizie, di capacità di sollecitare la partecipazione e la consapevolezza di far parte di una squadra di pari che solo con l’impegno comune avrebbe raggiunto il risultato.

La cartina della provincia si è andata via via riempiendo di bollini che segnalavano la presenza nei diversi centri di un nucleo impegnato nella raccolta delle firme.

Una volta che la Corte Costituzionale, il 12 gennaio di quest’anno, ha ammesso la legittimità dei due quesiti referendari il Comitato provinciale Acqua bene Comune si è costituito in Comitato referendario 2 SI per l’acqua bene comune.

In questi mesi si sono aggiunti via via nuovi soggetti, associazioni e cittadine/i disponibili a mettere a disposizione tempo ed energie per contribuire al successo del referendum. La composizione è plurale, ma il tema dei beni comuni e della consapevolezza che “l’acqua è vita e non si vende” si è dimostrata capace di superare differenze che in altri casi sarebbero risultate insormontabili.

La forza del Comitato si basa proprio sulla convinzione che la battaglia intrapresa non sia solo per mantenere l’acqua sotto controllo pubblico, ma per riportare al centro dell’attenzione di tutte e tutti il fatto che ci sono ambiti che non possono essere “ceduti” alle logiche del mercato, ma che in qualche modo hanno a che fare con la dignità e la libertà della nostra vita.

L’impegno di queste settimane che precedono il 12 e 13 giugno è grande: convincere le persone ad andare a votare e votare SI e che questa volta decideremo direttamente noi di cancellare una legge che ci porta via l’acqua. E’ una impresa difficile perché non c’è nessuno che abbia il coraggio di dire che è giusto consentire a pochi di speculare su un bene di tutte/i e allora la strategia è quella del silenzio: non si parla del referendum, anzi il Governo ha deciso di sperperare circa 400 milioni di Euro pur di non far coincidere il referendum con le elezioni amministrative.

Il voto del 12 e 13 giugno sarà l’occasione per tutte/i noi di riprendere nelle nostre mani quella sovranità popolare che la Costituzione ci assegna perché ciascuna/o di noi diventi effettivamente partecipe dell’”organizzazione politica, economica e sociale del paese” come recita l’art.3 della Costituzione.

Giuliana Beltrame – referente provinciale Comitato referendario 2 SI per l’acqua bene comune