“Le poveri sottili (PM10) stanno doppiando i 35 superamenti del limite giornaliero (50 μg/m3) da non superarsi per legge più di 35 giorni in un anno. A Padova il Pm10 è prossimo ormai ai 50 giorni l’anno-. Anche per il 2014 questo inquinante nell’aria che respiriamo è quindi fuorilegge” – dichiara Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova. Certo, continua Passi, “i superamenti sono stati inferiori a quelli dello scorso anno, grazie alla grande piovosità dell’anno che sta per finire, ma l’elemento essenziale è che non siamo ancora scesi sotto la soglia di legge.
Vanno poi sommati ai giorni di superamento delle polveri sottili di quest’anno, quelli dell’ozono: 41 superamenti del limite per la protezione della salute umana. Limite fissato a 120μg/m3 da non superarsi più di 25 giorni all’anno.
Più di 90 giorni in un anno di aria avvelenata, sottolinea Passi: “permane un quadro allarmante che vede l’aria della nostra città fuorilegge anche per altri inquinanti:PM2.5,Biossido di azoto, Benzo(a)pirene, che producono pesanti danni alla salute dei cittadini: bambini e fasce deboli in primis.
Ma la novità è che per la prima volta si possono calcolare anche i danni economici per la comunità. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) l’inquinamento dell’aria e i gas serra prodotti in Italia fra 2008 e 2012, da tutte le fonti, sono costati alla società 26 miliardi di euro. Un conteggio cautelativo che include morti premature, costi per la sanità, giorni lavorativi persi, problemi di salute, riduzione dei raccolti agricoli. (Ma l’Aea produce anche una cifra massina: 61 miliardi di euro!).
Facendo un calcolo approssimativo ma anche il più prudenziale, significherebbe che la comunità Padovana ha perso circa DUE MOLIONI di euro nello stesso periodo. E tra 40 e 60 vittime all’anno.
Questo cocktail di inquinanti ha un’effetto micidiale sulla salute dei cittadini, sia sul breve, che soprattutto sul lungo termine. Si va dalla cangerogenicità accertata di Pm10, Pm2,5 e benzo(a) pirene, che inoltre producono malattie respiratorie e cardiovascolari, alla diminuzione della funzionalità polmonare e all’aumento delle infezioni polmonari prodotte dall’ozono e dal biossido di azoto.
A questo punto non si comprende perché l’Amministrazione Bitonci stia smantellando piste ciclabili e corsie preferenziali di autobus, lasciando ancor più la biglia sciolta dal traffico automobilistico.
Ora abbiamo davanti a noi la fusione tra Aps e Bus Italia che a seconda di come sarà gestita potrà o meno diminuire lo smog a Padova (ed anche aumentare o limitare i servizi e la comodità del TPL per i cittadini)
Serve potenziare il trasporto collettivo costruendo reti di trasporto metropolitano e regionali integrate, mettendo a regime i servizi ferroviari suburbani nell’area centrale veneta. Non bisogna abbandonare la seconda linea del Tram, va potenziato il servizio urbano di autobus (soprattutto rendendolo più frequente) aumentando radicalmente le corsie preferenziali, che farebbero guadagnare velocità commerciale: secondo APS 2 km/h in più valgono almeno 1 milione di riduzione dei costi.
Va aperto un serio dibattito con la comunità locale sulla possibilità di istituire un’ampia area di limitazione della mobilità privata. Infine si continui con la politica di sviluppo di piste e percorsi ciclabili, si renda la zona della ZTL, i cui orari non devo essere ridotti un’area a ciclabilità diffusa (doppio senso per i ciclisti anche nei sensi unici, grazie ad un’opportuna segnaletica.)