Ilario Simonaggio Segretario Generale della Filt Cgil interviene con una nota a margine del convegno “Costruire strade con… rifiuti?” svoltosi l 16 giugno 2008 nell’aula Magna dell’Università di Padova e organizzato dalla Società Italiana Infrastrutture Viarie (S.I.I.V.).
La fitta presenza di relatori ha impedito il dibattito previsto nella presentazione. Ciò avrebbe senz’altro permesso un confronto aperto con la società civile e con le associazioni di rappresentanza sociale, tra cui le Organizzazioni sindacali dei lavoratori.
Ci permettiamo di evidenziare, a margine del buon livello tecnico del convegno medesimo, i seguenti aspetti:
- Il recupero di materiali inerti da rifiuto a materie prime secondarie è senz’altro una pratica da sostenere e incentivare come precondizione per la riduzione dei rifiuti e della conseguente necessità di discariche da un lato e dall’altro per l’uso appropriato di inerti naturali che sono merce sempre più rara e indisponibile nell’ambiente.
- I materiali marginali non sono tutti uguali ed indistinti sia relativamente alle proprietà fisiche, chimiche, geometriche e della durata sia relativamente al carico di inquinanti ambientali. Si tratta di averne più consapevolezza, coscienza e non ultimo, responsabilità nella fornitura, posa e smaltimento stradale.
- Si dovrebbe, nel caso di uso e riuso di materiali marginali assumere sempre il principio di precauzione relativamente ai possibili danni geo/ambientali. Il monitoraggio e controllo tecnico dovrebbe proseguire per l’intera vita della strada al fine di dare tutte le specifiche tecniche pratiche e non solo di prove prestazionali di laboratorio.
- La legislazione italiana ha senz’altro bisogno di garantire certezze e linearità di comportamento nella trattazione di questi materiali inertizzati permettendone, nei fatti, un uso più esteso. Parallelamente si dovrebbe sanzionare in modo più forte i comportamenti criminosi contro l’ambiente e la vivibilità del territorio.
- Le norme tecniche, i capitolati di gara e di fornitura sono molte volte lo specchio di una sostanziale inadeguatezza della classe politica e dirigente italiana alle innovazioni a totale danno molte volte delle condizioni economiche, del recupero inerziale dei rifiuti, del risparmio energetico, dei beni ambientali.
- La presenza di capitolati inadeguati, confusi o fatti semplicemente male è la prima leva che impedisce alla fine di verificare la qualità dei manufatti e delle strade a totale danno della sicurezza e della durata.
- Accanto ai capitolati ben fatti si deve disporre una fitta rete di controlli che impedisca sul nascere le tristi situazioni di violazioni di legge o di capitolato sulla qualità dei materiali riciclati e conferiti come sottofondi stradali o della rete dell’alta capacità ferroviaria. La tracciabilità del prodotto lavorato e conferito è una possibile innovazione che favorisce i comportamenti e le conoscenze. Una rete forte e integrata di controlli sarebbe la efficace deterrenza a costruttori privi di scrupoli e la garanzia sociale data ai dubbi e diffidenze dei cittadini di fronte all’impiego di materiali innovativi di varia derivazione.
- Infine si dovrebbe valorizzare il lavoro e la prestazione degli addetti tecnici preposti (geometri, capocantiere, operai) che poggia su competenze e esperienze di valore assoluto e di lungo corso nella conoscenza della variabilità e compatibilità tecnica e ambientale dei materiali. La qualità dei saperi del lavoro è una delle condizioni insostituibili per fare buoni manufatti per l’uomo e per l’ambiente.
Ilario Simonaggio – Segretario Generale Filt Cgil