Tutela dei lavoratori esposti

L’ozono comincia a causare danni ACUTI alla salute se supera per almeno un’ora al giorno 180 microgrammi per metro cubo d’aria, o per 8 ore i 120 microgrammi.

E’ per questo che limitarsi a consigliare alla popolazione di restare a casa nelle ore più inquinate non basta. Il Comune tuteli le fasce più esposte, sospendendo le attività all’aperto dei servizi non indispensabili, o vigilando perché vi sia un’adeguata turnazione al fine di evitare al massimo l’esposizione.

Oltre a bambini e anziani anche tra gli adulti esistono fasce a rischio, o per le cattive condizioni di salute, in particolare per affezioni dell’apparato respiratorio (flogosi croniche delle mucose delle prime vie aeree, asma bronchiale allergica etc.) o perché effettuano lavorazioni particolarmente faticose all’aperto.

E’ compito delle Amministrazioni Pubbliche e del medico del lavoro non trascurare l’esposizione ad inquinanti da smog dei lavoratori che operano per tutto il tempo di lavoro o per gran parte di esso all’aperto.

Legambiente fornisce una lista di categorie di lavoratori che rappresenta un sommario elenco di esposti, certi o probabili, al rischio ozono.

Nell’impiego Pubblico: guide turistiche, addetti impianti sportivi all’aperto (in particolare bagnini di piscine ed istruttori di nuoto, tennis, canottaggio etc.), addetti manutenzione degli argini; addetti manutenzione rete fognaria o pubblica illuminazione; giardinieri; lavoratori trasporto pubblico; lavoratori Autostrade; lavoratori FF.SS. (manovali, capi stazione, addetti alla manutenzione delle linee, addetti al diserbo linee); pattuglie polizia e carabinieri; postini; operatori ecologici.

Nell’impiego Privato: addetti al trasporto valori; tecnici linee elettriche e telefoniche; tecnici impianti depurazione acque; tecnici impianti gas; addetti all’edilizia e manutenzione stradale (ponteggiatori, restauratori, sterratori, escavatoristi, gruisti, bitumatori strade); addetti stazioni di distribuzione di carburante; attacchini di manifesti; taxisti; autotrasportatori e addetti imprese di traslochi; camerieri di bar e ristoranti all’aperto; commercianti ambulanti; giornalai con edicole all’aperto, commercianti dei mercati; fattorini; gommisti, elettrauto, meccanici auto; guardie private; lavoratori in serre e vivai.

Legambiente invita i Sindacati, a cui offre la propria collaborazione, a vigilare: la valutazione del rischio, va effettuata a norma di DLgs 626/94. Mandare a lavorare, senza precauzioni e senza preventiva valutazione, queste categorie nelle ore di massima concentrazione dell’ozono, può significare violazioni della normativa sulla sicurezza del lavoro.

Come prevenire

  • è necessario prevedere la possibilità di sospensione delle attività lavorative all’aperto in caso di raggiungimento di alte soglie di ozono;

  • anticipare nei limiti del possibile l’orario di inizio dell’attività lavorativa al mattino, almeno nei mesi di luglio e agosto, ampliando l’intervallo mensa;

  • evitare che le lavorazioni più faticose vengano eseguite nella fascia oraria 13-17;
  • allontanare i lavoratori a maggior rischio respiratorio (bronchitici cronici, asmatici), previo parere del medico competente, per valori superiori alla soglia di attenzione (180 µm3).