Sabato 25 centinaia di lenzuola bianche NoSmog sventoleranno suoi luoghi simbolo dell’ingorgo da traffico automobilistico di Padova: il ponte del Bassanello, il cavalcavia Borgomagno, quello di via Chiesanuova.
Appuntamento alle ore 11,00 per ricordare all’opinione pubblica e agli amministratori che di inquinamento si muore quattro volte di più che di incidente stradale. Che il 67% della mobilità avvenga su auto è una follia che va corretta facendo aumentare l’utilizzo di mezzi collettivi ed ecologici. "Costruire più strade per alleviare il traffico è come allentare la cintura per curare l’obesità" ricorda con efficacia Mario Tozzi, ricercatore CNR e divulgatore scientifico.
Ma è proprio quanto ha scelto di fare la Regione Veneto: pur essendo la pianura padana è una delle regioni europee dove si registra la più alta concentrazione di inquinamento da PM10 (oltre ad avere una tra le media più elevate di possesso di auto per abitante e di km percorsi a persona) viene approvato il GRA e centinaia di nuovi km di strade mentre il finanziamento regionale al trasporto pubblico cala dal 1996 ad oggi (taglio di 5 milioni di euro pari a -2,6%. Peggio di noi solo Calabria e Lazio (vedi tabella).
Così il contributo medio al km che la Regione Veneto riconosce a Comuni capoluogo e alle Province per autobus urbani ed extraurbani è di soli 1,2 euro/Km, uno dei più bassi d’Italia. Investono meno solo Sardegna, Basilicata, Umbria e Molise, regioni con tasso di inquinamento, volume di traffico, estensione chilometrica della rete e numero di abitanti assolutamente non paragonabili al ricco nord-est. Infatti se confrontiamo quanto il Veneto spende per la mobilità sostenibile e diritto alla salute – questo è il significato della voce trasporto pubblico nel bilancio regionale – con le regioni confinanti scopriamo una differenza imbarazzante per il Governatore Galan: il Friuli finanzia 2,28 euro/km, l’Emilia Romagna 1,93 euro/km, la Lombardia 1,89 euro/km (vedi tabella).
Che fine ha fatto il fondo di rotazione di 10 milioni che l’assessore regionale all’Ambiente Conta aveva annunciato tre mesi fa? Doveva servire alle aziende per acquistare nuovi autobus a metano e per l’incentivo alla rottamazione di vecchi mezzi degli artigiani. Arriveranno dopo un’altra stagione di morti da PM10?
Ma per un vero rilancio del trasporto pubblico serve anche un’azione determinate della Provincia, autorità di bacino. Da sette anni aspettiamo il biglietto unico che consenta ai pendolari l’utilizzo di più mezzi a costi convenienti.
Anche la razionalizzazione della rete urbano – extraurbano per evitare le sovrapposizioni è ferma da decenni. Il Comune di Padova quest’anno ha voluto dare un segnale importante: l’investimento di 1 milione e 650 mila euro per il trasporto urbano. Così possiamo superare la fase degli interventi tampone (targhe alterne) e programmare interventi strutturali.
Ma poiché la rete del trasporto pubblico è un sistema serve che ognuno faccia la sua parte. Nel nodo urbano occorre migliorare la velocità commerciale di bus con le corsie preferenziali e attuare una politica della tariffazione della sosta anche nella prima periferia per far utilizzare i park scambiatori.
E’ solo con un mix di politiche coerenti che riusciremo a far diminuire il fiume di auto che quotidianamente invadono le nostre strade.
Sabato le centinaia di lenzuola NoSmog lo ricorderanno a tutti.
Andrea Nicolello-Rossi